Morti sul lavoro, numeri in crescita: sei regioni in zona rossa nel 2025
Marsala – Le morti sul lavoro continuano ad aumentare in Italia, e i dati aggiornati a marzo 2025 diffusi dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega delineano un quadro allarmante. Solo nei primi tre mesi dell’anno si contano 210 vittime, 19 in più rispetto allo stesso periodo del 2024, segnando un incremento del +9,9%. Di queste, 150 sono avvenute durante l’attività lavorativa e 60 in itinere, ovvero durante il tragitto casa-lavoro.
Le regioni italiane a rischio più alto secondo l’Osservatorio Vega
Le sei regioni in zona rossa, quelle con un’incidenza superiore del 25% rispetto alla media nazionale (pari a 6,3 morti ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Trentino-Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Molise e Campania. In zona arancione rientrano invece Puglia, Calabria, Sicilia, Toscana e Liguria, che superano la media nazionale ma non di oltre il 25%.
Seguono in zona gialla Piemonte, Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, mentre sono in zona bianca Marche, Lazio, Emilia-Romagna, Sardegna e Valle d’Aosta, con indici inferiori alla media.
L’allarme del presidente Mauro Rossato
«Negli ultimi anni – afferma Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega – gli infortuni mortali sul lavoro non sono mai realmente diminuiti. I dati del primo trimestre 2025 sono ancora più preoccupanti. Serve un cambio di rotta deciso ed efficace».
Chi rischia di più? Gli over 55 e i giovani
L’indice di mortalità risulta particolarmente alto tra i lavoratori over 65 (16,6 decessi ogni milione di occupati), seguiti dalla fascia 55-64 anni (10,3) e dai giovani tra i 15 e i 24 anni (7,0). La fascia numericamente più colpita è quella dei 55-64enni, con 55 vittime su 150 decessi.
Lavoratori stranieri: rischio doppio rispetto agli italiani
A marzo 2025, 30 delle 150 vittime erano lavoratori stranieri, con un’incidenza di 11,9 decessi per milione di occupati, oltre il doppio rispetto agli italiani (5,6). Gli stranieri sono quindi esposti a un rischio significativamente più elevato di morire durante il lavoro.
Dove si muore di più: i dati regionali
La Lombardia detiene il triste primato con 26 vittime, seguita da Campania (14), Veneto (13), Piemonte e Toscana (11), Puglia, Sicilia e Lazio (10), Emilia-Romagna (8), Trentino-Alto Adige (7). Al fondo della classifica, Molise e Sardegna con una sola vittima ciascuna. Nessun decesso in Valle d’Aosta nel primo trimestre 2025.
Settori più colpiti: costruzioni e trasporti in prima linea
Le attività manifatturiere e le costruzioni sono i settori con il maggior numero di decessi in occasione di lavoro (21 ciascuno), seguiti da trasporti e magazzinaggio (18) e commercio (14). Il lunedì si conferma il giorno più pericoloso, con il 22% degli infortuni mortali.
Infortuni sul lavoro: denunce in lieve calo
Nonostante l’aumento dei morti sul lavoro, le denunce di infortunio – mortali e non – segnano un lieve calo del -1,6% rispetto al 2024: da 145.130 a 142.843.
Tra i settori più coinvolti nelle denunce figurano Attività Manifatturiere (15.158), Sanità (8.122), Costruzioni (7.525), Trasporto e Magazzinaggio (7.062). Le denunce delle lavoratrici sono state 53.333 (42.858 in occasione di lavoro), mentre per gli uomini si sale a 89.510 (79.299 in occasione di lavoro).
Stranieri e donne tra i più esposti anche nei numeri complessivi
Gli stranieri hanno denunciato 27.962 infortuni, pari a circa il 20% del totale, con 23.856 casi registrati durante l’attività lavorativa. Le donne decedute in occasione di lavoro sono state 11, mentre 14 hanno perso la vita in itinere.
Focus età: la fascia 45-54 anni la più colpita
Con 29.745 denunce, la fascia d’età 45-54 anni è quella con il maggior numero di infortuni, rappresentando il 20,8% del totale.
Cosa significa l’indice di incidenza degli infortuni
L’incidenza degli infortuni mortali rappresenta il numero di decessi ogni milione di occupati in una determinata area. Questo indice consente di confrontare in modo equo le regioni con differenti dimensioni occupazionali.
La scala cromatica del rischio Vega
L’Osservatorio Vega utilizza una zonizzazione a colori per rappresentare il rischio:
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Bianco: rischio inferiore al 75% della media nazionale
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Giallo: rischio tra il 75% e il 100% della media
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Arancione: tra il 100% e il 125%
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Rosso: oltre il 125%
Un sistema che permette una lettura immediata dei territori con più alta criticità.
Speriamo che questi numeri scuotano finalmente le coscienze e conducano a interventi concreti per la sicurezza di chi lavora.
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