Arresti processo Anno Zero: condanne definitive e carcere per quattro imputati
Marsala/Trapani – La Polizia di Stato ha eseguito quattro arresti a seguito della sentenza definitiva nel processo “Anno Zero”. Il 18 aprile 2025, la Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dagli imputati, rendendo esecutive le condanne emesse dalla Corte d’Appello di Palermo nel marzo scorso. L’operazione segna una nuova tappa nel contrasto alle infiltrazioni mafiose nel territorio trapanese, chiudendo uno dei filoni più significativi legati alla criminalità organizzata degli ultimi anni.
Quattro condanne definitive: mafia e riciclaggio al centro dell’inchiesta
Tra gli arrestati figura Carlo Cattaneo, 40 anni, originario di Castelvetrano e attivo nel settore delle scommesse. L’uomo dovrà scontare 16 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Gli altri tre imputati – Letizia Maria Asaro, Nicola Scaminaci e Carlo Lanzetta – sono stati condannati a 4 anni di carcere ciascuno, per trasferimento fraudolento di beni, aggravato dall’agevolazione mafiosa.
Un’inchiesta partita nel 2018 contro le famiglie mafiose del trapanese
La vicenda giudiziaria affonda le sue radici nell’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e condotta da Polizia di Stato, Carabinieri e DIA, che nel 2018 portò all’arresto di 21 soggetti. Gli affiliati appartenevano ai clan di Castelvetrano, Partanna, Campobello di Mazara e Mazara del Vallo. Le accuse includevano l’appartenenza a Cosa Nostra, uso illecito di armi e reimpiego di capitali in attività economiche. Il processo “Anno Zero” prese forma proprio da queste indagini, considerate fondamentali per il contrasto alla mafia nella provincia di Trapani.
Aste truccate e scommesse: il ruolo degli arrestati
Secondo quanto emerso dalle indagini, i condannati avrebbero favorito l’organizzazione mafiosa partecipando ad aste giudiziarie truccate. L’obiettivo era riappropriarsi di beni sequestrati durante precedenti operazioni antimafia. Inoltre, è stato accertato un forte interesse della criminalità organizzata nel settore del gioco d’azzardo, con la creazione e gestione di numerosi “punti gioco”, usati per il riciclaggio di denaro e per consolidare il controllo sul territorio.
La lotta alla mafia passa anche dai beni economici
Questo processo dimostra come l’economia legale possa essere infiltrata e usata dalla mafia per rafforzarsi e riorganizzarsi. Il trasferimento fraudolento di beni e la manipolazione delle aste pubbliche rappresentano strumenti efficaci per reinserire capitali illeciti nel circuito legale, sfuggendo alle autorità. Le condanne ora definitive rafforzano l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare ogni forma di agevolazione mafiosa.
Complimenti alla magistratura e alle forze dell’ordine per l’importante risultato ottenuto.
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