Sono giorni di polemiche sui migranti. E’ così da sempre e questa estate afosa non fa differenza. Ci si divide tra slogan del tipo “aiutiamoli a casa loro” oppure “fermiamoli al largo”, fino a sfiorare il qualunquismo più assoluto: “ci costano un sacco di soldi e tolgono lavoro ai nostri giovani”. Ci piacciono, in tutti i settori, le storie “piccole” spesso le cerchiamo e a volte le troviamo per cercare di raccontarle. Due ragazzi camminano, mano nella mano, in una strada in provincia di Bergamo. Sono due adolescenti. Evidentemente si vogliono bene, girano per le vie del centro, non hanno spinelli, non stanno bevendo alcolici, non disturbano. Sono apparentemente sereni e felici. Uno è di nazionalità marocchina, la ragazzina è italiana. Ma questo conta poco per chi, in maniera spontanea, ha deciso di piacersi e di stare assieme. Nel civilissimo (quante volte l’abbiamo detto…) nord, arriva un ragazzo più grande che comincia ad importunare i due indirizzando alla ragazza epiteti pesanti e volgari. Pensateci un attimo, voi al posto del fidanzato come vi sareste comportati? Ecco è proprio quello che il giovane ha fatto. Ha reagito, prima con qualche parola, poi con alcuni spintoni. La ragazzina impaurita ha portato via il suo ragazzo. Le donne, lo sosteniamo da sempre, anche quando sono ancora piccole, hanno sempre più buon senso degli uomini (ci sarebbe la Boschi, ma pazienza non tutte le ciambelle riescono con il buco). I due vanno via, il molestatore, preso da un raptus, estrae un coltello (ma camminano armati a Bergamo?) e colpisce il giovane fidanzato alle spalle. Sangue, grida ed ospedale. Il ragazzo è fuori pericolo, l’altro è fuggito, la giovane è sotto shock. Storie di ordinaria follia, penserete voi. Neanche per sogno. Sentite il finale: il giovane extra comunitario ferito dovrà ora vedersela con la giustizia. I carabinieri lo hanno infatti denunciato perché è un irregolare sul territorio italiano. Hanno fatto il loro dovere applicando la normativa vigente. Comunque la pensiate se questo è un mondo civile, noi vi diciamo che preferiremmo non viverci.
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