Il vescovo Pietro Maria Fragnelli oggi ha incontrato i detenuti della casa circondariale di Trapani insieme alle suore Apostole del Sacro Cuore e alcuni giovani dell’Oasi Gioia impegnati in questi giorni in una missione popolare a Trapani. “La cultura dell’incontro è un balsamo per le ferite dell’umanità di oggi e può cambiarci la vita se lo vogliamo – ha detto il Vescovo – non servono grandi mezzi economici non conta la nostra condizione di vita, basta una relazione accogliente”.
Uno scambio reso ancora più schietto e fresco dalla spontaneità dei giovani che hanno dialogato (anche in inglese con gli immigrati detenuti presenti) a ruota libera su ciò che conta veramente, su cosa è l’amore, sull’importanza di imparare a rispettare se stessi e il proprio valore per rispettare gli altri, sulla fede che sostiene nei momenti di disorientamento, sulla dignità di ogni persona che precede e dà senso al rispetto necessario delle leggi. “Stiamo imparando moltissimo in questi nostri incontri con tutte le persone che sono impedite come voi detenuti o come gli ammalati o gli immigrati nei centri – ha raccontato Marianna, studentessa di giurisprudenza – c’è un tesoro di umanità che resta invisibile eppure capace di spiegare quali sono i veri problemi del presente e darci indicazioni sulla strada verso il futuro. Per questo prima di andare via vogliamo chiedervi un consiglio”. “Non ci nascondiamo dietro ad un dito: la situazione carceraria è difficile e le nostre vite sono piene di problemi ma possiamo accogliere e portare gli uni i pesi degli altri, costruire pazientemente, pezzo per pezzo, un nuovo tessuto sociale e relazionale , senza il quale non è possibile alcun vero cambiamento”– ha concluso il parroco della Cattedrale Gaspare Gruppuso.
La missione popolare continuerà fino a tarda sera nella zona di via Garibaldi, nel centro storico. Domani la conclusione con un momento di verifica e la celebrazione eucaristica finale presieduta dal vescovo presso il Seminario Vescovile.