La Commissione lavori pubblici del Senato ha varato il parere favorevole al decreto Delrio sulle nuove autorità portuali di sistema. Tra gli effetti previsti dall’atto, l’accorpamento del Porto di Trapani con l’Autorità portuale di Palermo. Per il senatore Antonio D’Alì, in questo modo Trapani finirà inevitabilmente per subire l’egemonia del capoluogo. «Lo stesso parere che ha registrato il mio voto contrario contiene la condizione, comunque ottenuta, che il Governo sia obbligato a rispettare le prerogative delle Regioni a statuto speciale. E quindi la Regione Siciliana potrebbe chiedere di esprimere l’intesa prima che il Governo vari il decreto definitivo e che in quella sede “difenda” l’autonomia del Porto di Trapani e quella del Porto di Messina. Ciò naturalmente dipenderà dalla volontà del presidente della Regione e dalla capacità della deputazione regionale trapanese di ottenere un suo intervento».
Sul decreto Delrio si è espressa anche la senatrice trapanese del Pd Pamela Orrù, che rivendica l’accoglimento di una sua proposta, che prevede per tutti i comuni capoluogo di provincia i cui porti faranno parte delle nuove Autorità portuali di sistema, e quindi anche per Trapani, una rappresentanza nella governance e la possibilità di far riferimento anche a propri uffici in città.
Nel comunicato stampa inviato da Pamela Orrù si legge che “secondo quanto inserito nel testo approvato questo pomeriggio dall’ottava Commissione del Senato alla presenza del ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, alle sedute del Comitato di gestione parteciperanno i rappresentanti di porti che si trovano in comuni capoluogo di provincia: saranno designati dal sindaco ed avranno diritto di voto limitatamente alle materie di competenza del proprio porto”.
Diversa, su questo punto, la lettura del senatore Antonio D’Alì: «Nello stesso parere il relatore Filippi ha parzialmente vanificato le richieste della Senatrice Orrù e mie di prevedere la partecipazione di un rappresentante della città di Trapani al tavolo dell’autorità di sistema a Palermo. Forse per un caffè? Dato che è previsto che il rappresentante di Trapani possa intervenire solo per le questioni strettamente legate al Porto di Trapani e non per le politiche di sviluppo, strategia e organizzazione dell’intera autorità di sistema. Per di più non è obbligatorio che l’autorità di sistema apra uno sportello amministrativo decentrato a Trapani, il che comporterà certamente gravi disagi per i nostri operatori marittimi che avranno l’onere di doversi recare in quello palermitano».
«Alla luce di tutto ciò, ma anche nei confronti della filosofia complessiva del provvedimento – conclude D’Alì – non potevo non votare contro questo parere che ritengo fortemente lesivo delle aspirazioni di autonomo sviluppo e crescita del Porto di Trapani. E ho comunque ottenuto l’apertura di uno spiraglio nella possibilità che la Regione Siciliana si attivi per difendere le sue prerogative e la nostra autonomia. Riusciranno i nostri eroi di Palazzo dei Normanni a battere un colpo?».