Da ieri Marsala ha ufficialmente un nuovo Procuratore. Ci sono voluti sei mesi dalla conclusione del mandato di Alberto Di Pisa per convincere il Consiglio Superiore della Magistratura a nominare il suo successore, costringendo i sostituti agli straordinari per evitare disfunzioni nel funzionamento della macchina giudiziaria. E siccome il destino si rivela spesso beffardo, proprio in questo periodo il territorio lilibetano si è ritrovato a vivere una delle fasi più delicate della sua storia recente.
Non sappiamo ancora come nei prossimi mesi le cronache ricostruiranno le vicende di questi mesi. L’impressione che ci sia qualcosa di grosso in ballo viene confermata anche da un articolo di Roberto Saviano sull’Espresso della scorsa settimana, in cui lo scrittore napoletano parla proprio di Marsala, all’omicidio di Silvio Mirarchi e agli interessi della criminalità nel traffico di droga. Quel che nei giorni scorsi si sussurrava, adesso sta diventando un vero e proprio tormentone: “Marsala come Medellin” o come il Messico. Se fosse vero, sarebbe roba da Dda. Nel frattempo abbiamo un controllo del territorio che non si vedeva dai tempi dell’operazione “Vespri Siciliani”, come testimonia anche l’arrivo dei Cacciatori di Calabria per dar man forte ai Carabinieri che stanno setacciando ogni angolo della città.
Il nuovo procuratore Vincenzo Pantaleo, nel suo discorso di insediamento, ha mostrato competenza e buone dosi comunicative. Su di lui gli operatori della macchina giudiziaria sembrano nutrire grandi aspettative. L’augurio che gli facciamo da queste colonne è di poter affrontare quest’incarico che si annuncia particolarmente complesso senza mai sentire il peso della solitudine, che tanti suoi colleghi hanno purtroppo accusato in altre circostanze. Gli auguriamo di poter davvero contare non solo sul supporto del suo ufficio e delle forze dell’ordine, ma anche di uno Stato, che non sempre mostra per il Sud l’attenzione che dovrebbe. E magari di poter festeggiare da Capo della Procura di Marsala la cattura di quel Matteo Messina Denaro che anche ieri è stato evocato durante la cerimonia di insediamento. Sarebbe la ciliegina sulla torta di una carriera brillante. E, soprattutto, sarebbe per tutti gli abitanti di questa provincia una giornata di liberazione, in cui finalmente togliere ogni alibi a chi, come ha detto lo stesso Pantaleo, continua a garantire alla mafia “consenso e accettazione”.