Marsala a mano armata

Vincenzo Figlioli

Marsala

Marsala a mano armata

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giovedì 09 Giugno 2016 - 06:31

Auto in fiamme nel cuore della notte in pieno centro storico, discariche incendiate, saracinesche di locali andate a fuoco. Un cadavere ritrovato nelle campagne, l’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi, la scoperta di piantagioni dalle dimensioni extralarge a Ventrischi e Cozzaro. Venti giorni a dir poco “caldi”, quelli vissuti dalla comunità marsalese e dalla forze dell’ordine presenti su questo territorio. Venti giorni in cui è successo un po’ di tutto, con una serie di episodi, non necessariamente collegati tra loro, che autorizzano una buona dose di punti interrogativi sullo stato di salute di questa città. Qualche allarme negli anni scorsi c’era già stato: gli incendi dolosi, a dire il vero, non sono mai mancati, così come i furti, le rapine, le risse del sabato sera in cui si sono distinti soggetti spesso in evidente stato di alterazione. E due anni or sono si erano verificati anche due omicidi (in via Roma e via Trapani), che a un certo punto avevano messo in stato d’allerta anche le istituzioni. Tanti comunicati stampa, il consueto tavolo tecnico in prefettura, ma nessun rifornimento di uomini e mezzi per le forze dell’ordine. Come se nulla fosse.

Come se non fossimo uno dei principali centri di una provincia che costituisce ancora lo “zoccolo duro di Cosa Nostra in Sicilia” e in cui Messina Denaro continua a latitare e a coltivare i suoi interessi, magari in collaborazione con certe logge massoniche che in tempi recenti si sono mostrate particolarmente accoglienti verso i mafiosi del territorio. Per questo, non si può non restare interdetti di fronte a un Ministro degli Interni che arriva qui per partecipare ai funerali di un esemplare servitore dello Stato come Silvio Mirarchi e non sente il bisogno dire nulla. E’ vero, avevamo auspicato che non venisse qui a fare retorica. Ma sarebbe stato doveroso che Alfano utilizzasse qualche ora del suo tempo prezioso per arrivare qui, informato dei fatti, e prendere degli impegni concreti con una comunità che ha dato un grandissimo segnale di civiltà e rispetto della memoria di Silvio Mirarchi. Non averlo fatto, la dice lunga sul livello di attenzione delle istituzioni rispetto alla lotta alla criminalità organizzata. E a chi mi potrebbe chiedermi “ma da Alfano che ti aspettavi?”, risponderei che no, non mi aspetto nulla da lui. Ma l’istituzione che rappresenta avrebbe dovuto dire e fare ben altro.

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