“Bisogna puntare sulla cultura”. “E i forestali?”. “Bisogna investire sulle infrastrutture”. “E i forestali?”. “Tutta l’isola deve avere la banda larga”. “E i forestali?”. “E’ il tempo delle start up”. “E i forestali?”. “Dobbiamo destinare maggiori risorse alla sicurezza nelle città”. “E i forestali?”. “Non possiamo tagliare ancora la sanità”. “E i forestali?”. Non c’è una settimana in cui di fronte a un’ipotesi di sviluppo capace di modernizzare la Sicilia, qualcuno – partiti, movimenti, sindacati – non tiri fuori la priorità delle priorità: il destino dei lavoratori forestali. Un esercito di 28000 anime, sul cui futuro da tempo si discute senza riuscire a trovare una soluzione seria. Perché se è vero che più di 20000 tra loro sono precari, è altrettanto vero che in nessuna Regione italiana si registra un numero di guardie forestali paragonabile a quelle che troviamo in Sicilia. E girando il mondo, i Ranger che si occupano del patrimonio forestale in Canada sono circa 4000, per una superficie interessata molto più grande. Quest’incredibile esercito di forestali avrebbe dovuto tutelare il territorio siciliano da incendi e devastazioni ambientali: eppure ogni estate vanno in fiamme ettari su ettari di terreno. Ci sono i vigilanti, ma manca la vigilanza. Per non parlare della prevenzione…Come se non bastasse, grazie a un dossier presentato dall’ex dirigente generale Anna Rosa Corsello scopriamo adesso che 3500 tra i forestali in servizio in Sicilia (più del 10% del totale) hanno accumulato condanne per reati vari: in alcuni casi contro il patrimonio (compresi gli incendi dolosi, naturalmente) in altri per reati contro la pubblica amministrazione o la persona. Ma c’è anche chi è rimasto coinvolto in vicende di mafia. Scopriamo così che nello stesso Paese in cui si invoca – giustamente – la “tolleranza zero” contro i “fannulloni” e gli assenteisti che neutralizzano parte delle potenzialità del servizio pubblico, si tiene in vita un organico di dimensioni mostruose, probabilmente eccessivo anche per la foresta Amazzonica. “Son sempre padri di famiglia”, dicono a riguardo i professionisti del buon senso. Dimenticando che tanti altri lo sono (o vorrebbero diventarlo) e ogni giorno si barcamenano senza alcuna tutela e alcuna garanzia, andando a ingrossare il dato sulla disoccupazione o l’emigrazione giovanile. E che a ben altri settori dovrebbero essere destinati i fondi che ogni anno la Sicilia riserva agli stipendi dei forestali, tra i 300 e i 400 milioni. Tutto ciò, naturalmente, se davvero si volesse il cambiamento. Viceversa, teniamoci i forestali, anzi aumentiamoli.
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