E’ stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione l’ex appuntato dei carabinieri Nicolino Genna. L’uomo era stato denunciato dalla zia Nicolina Barraco (deceduta nelle more del processo) e dal figlio Giuseppe Alagna, assistiti dagli avvocati Fabio Pace e Diego Tranchida. L’ex militare era stato accusato di circonvenzione di incapace, tentata truffa e furto. In particolare, in un primo momento avrebbe abusato della fiducia della donna, considerata incapace di intendere e volere, per sottrarle una somma vicina ai 100 mila euro, attraverso l’intestazione di beni
patrimoniali. Successivamente, si sarebbe fatto versare sul suo conto assegni e bonifici, cercando di truffare, anche Giuseppe Alagna, figlio della donna. A quel punto, però, è scattata la denuncia e l’intervento della sezione di pg della Guardia di Finanza ha interrotto le operazioni di Genna. Il giudice monocratico Riccardo Alcamo ha disposto, oltre alla suddetta condanna, anche una provvisionale di circa 88.000 €, una multa di 1250 €, il pagamento delle spese legali e l’interdizione dai pubblici uffici. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonella Trainito, sono state condotte in collaborazione con la sezione di pg della Guardia di Finanza e in particolare con il maresciallo Salvatore Missuto, che è stato anche sentito nel corso del procedimento.
“Già nel corso dell’udienza dibattimentale era stata acclarata la penale responsabilità del signor Nicolino Genna, pertanto siamo estremamente soddisfatti per l’esito del procedimento e per la condanna dello stesso”, hanno commentato gli avvocati Pace e Tranchida.