Polemica tra i banchi dell’Ars scatenata dal deputato di Forza Italia Stefano Pellegrino sulla collega del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi. Ieri la pentastellata era intervenuta in merito alla bocciatura da parte della Corte dei Conti dei dissalatori siciliani, che ha ribadito quanto affermato dalla Corte in merito agli elevati costi di queste operazioni. Pellegrino però non la pensa così: “In Sicilia purtroppo c’è sempre qualcuno per cui si stava meglio quando si stava peggio. La collega Ciminnisi e il suo Movimento, specialisti nel ‘no’ a qualsiasi proposta costruttiva, oggi commentano le parole della Corte dei Conti che, guarda caso, fotografa e condanna esattamente il sistema che i 5 stelle vorrebbero custodire e perpetrare: un modello ventennale di immobilismo, carenza di programmazione e rinvii“.
La Corte dei Conti, secondo quanto afferma Pellegrino, non boccia le scelte del Presidente Schifani, ma certifica il fallimento storico di un “approccio miope e inadeguato che si è protratto per decenni”: “la politica dell’annuncio e della zero pianificazione”. “Proprio per uscire da quella logica fallimentare, il governo Schifani ha finalmente imboccato la strada della vera programmazione. I dissalatori sono soltanto uno degli strumenti, non un alibi ma una risposta immediata e necessaria nell’ambito di una strategia integrata e di medio-lungo periodo che nessuno prima aveva mai avuto il coraggio di delineare”. Il problema però, va evidenziato, che prima di Schifani, a Governare la Sicilia è stato Nello Musumeci, un altro esponente di destra, e prima ancora c’era Crocetta, del PD, guidato anche da UdC, l’ApI e il PSI. Prima di Crocetta c’era il democristiano Raffaele Lombardo a guidare la Sicilia e bisogna risalire al 2001 per Totò Cuffaro, un altro DC.