Si è concluso con nove condanne per un totale di 109 anni di reclusione il processo celebrato davanti al Tribunale di Marsala, nato dall’operazione antidroga dei carabinieri denominata “Virgilio”, scattata il 17 febbraio 2023. L’inchiesta prende il nome da una strada del quartiere popolare Sappusi, dove risiedevano diversi imputati e dove, secondo gli investigatori, si concentrava gran parte dell’attività di spaccio. La condanna più pesante, 30 anni di carcere, è stata inflitta al 44enne marsalese Giovanni Parrinello, pregiudicato, già condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Antonino Titone. Per l’accusa, intorno al 2020, Parrinello avrebbe anche tentato di organizzare un traffico di droga all’interno del carcere di Rossano Calabro, dove si trovava detenuto, con l’aiuto di Marilena Lungaro, 35 anni, condannata a 12 anni di reclusione.
Il Tribunale ha inoltre inflitto 17 anni di carcere ciascuno a Pietro Lombardo e Michele Adorno, 10 anni ad Antonino Davide Di Girolamo, 6 anni e 8 mesi a Jessica Torre e Gianluca Dardo, 4 anni e 8 mesi a Leonardo Titone, e 3 anni a Valentina Galfano. Sono stati invece assolti Sergio Sangiorgio e Anna Maria Di Girolamo. Il pubblico ministero Giuseppe Lisella, che ha sostenuto l’accusa, aveva chiesto complessivamente quasi 130 anni di carcere per i nove imputati condannati.
L’operazione “Virgilio” ha portato allo smantellamento di tre gruppi criminali distinti, caratterizzati anche da una significativa presenza femminile, che avrebbero operato in concorrenza tra loro. Nel febbraio di due anni fa, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Marsala aveva coinvolto 14 persone, di cui 11 finite in carcere, accusate a vario titolo di traffico e spaccio di crack, eroina e cocaina, oltre a estorsione, riciclaggio di denaro, lesioni personali e persino un tentato sequestro di persona, finalizzato al recupero di crediti legati alla vendita di droga.