In vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre, la Cisl Sicilia lancia una nuova campagna di sensibilizzazione dal titolo “Le parole che salvano”. Un progetto che mette al centro il potere del linguaggio e delle testimonianze, per trasformare la narrazione del dolore in uno strumento di consapevolezza e rinascita. Fino al 25 novembre, sui canali istituzionali e social della Cisl Sicilia saranno condivise le storie di Aurora, Maria, Stefania e Valentina, quattro donne che hanno avuto la forza di dire basta e di ricominciare, dopo aver vissuto sulla propria pelle il dramma della violenza.
“Abbiamo voluto dare voce a chi ha vissuto l’inferno, ma ha trovato la forza di rialzarsi chiedendo aiuto e supporto – spiega Leonardo La Piana, segretario generale della Cisl Sicilia –. Raccontiamo storie che dimostrano come, anche nei momenti più bui, sia possibile spezzare le catene e scegliere la vita”. Al centro dell’iniziativa c’è il linguaggio come strumento di prevenzione e cambiamento. “Le parole possono ferire, ma possono anche salvare – aggiunge La Piana –. ‘Le parole che salvano’ non è solo uno slogan, ma un invito a costruire un ponte verso la libertà e l’emancipazione. Ogni femminicidio è una ferita per l’intera comunità, una sconfitta collettiva”.
A sottolineare l’importanza del progetto sono anche Chiara Barbera, segretaria regionale Cisl Sicilia con delega alle Pari opportunità, e Vera Carasi, responsabile del Coordinamento Donne e Politiche di genere: “Vogliamo valorizzare la comunicazione come mezzo per prevenire, denunciare, sostenere e ricostruire. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica, riconoscere i segnali della violenza – fisica, psicologica, economica o verbale – e creare una rete di sentinelle nei luoghi di lavoro, spazi fondamentali per intercettare chi ha bisogno di aiuto”. La campagna “Le parole che salvano” si propone di diffondere messaggi di speranza e consapevolezza, ricordando che la violenza di genere si combatte non solo con le leggi, ma anche con l’ascolto, la solidarietà e la responsabilità collettiva. Perché nessuna donna debba mai più sentirsi sola nel chiedere aiuto.