Un commento che va oltre la politica e si trasforma in un’amara riflessione sul linguaggio e sul rispetto nel dibattito pubblico. L’ex deputata regionale Eleonora Lo Curto interviene duramente in merito alle recenti dichiarazioni del segretario della CGIL Maurizio Landini, che ha definito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni una “cortigiana” di Donald Trump. Un’espressione che, secondo Lo Curto, “non colpisce il potere: colpisce le donne”. “Stiamo lentamente perdendo qualcosa di più importante della politica: stiamo perdendo il decoro”, afferma Lo Curto, che prende le distanze da ogni lettura ideologica o di parte. “La mia non è una presa di posizione politica, né a favore né contro qualcuno. È la constatazione amara di un declino culturale che sembra non avere confini”.
Per l’ex parlamentare dell’Assemblea Regionale Siciliana, le parole di Landini rappresentano “… la caricatura peggiore di un certo radicalismo parolaio, che si ammanta di una superiorità etica autoreferenziale. Ridurre una figura pubblica a un’etichetta sessista non è una battaglia politica: è un lapsus culturale, l’eco di un maschilismo che nessuno osa più ammettere”. Lo Curto denuncia il ritorno, neppure troppo velato, di una narrazione patriarcale travestita da retorica progressista: “Dietro certi toni barricaderi si nasconde l’ombra di un maschio che non si rassegna e che, con patriarcale volgarità, nega l’autorevolezza che può — e deve — riconoscersi a una donna”. Ancora più grave, secondo l’ex deputata, è la reazione di una parte del mondo politico e culturale che tenta di minimizzare o giustificare. “Ciò che più disgusta — dice — sono i tentativi di difesa d’ufficio: il riflesso pavloviano dettato dall’istinto di appartenenza più che dal pensiero, di chi ribatte che ‘anche la destra usa un linguaggio aggressivo’. Come se fossimo condannati a una gara al ribasso. Come se la misura del nostro decoro dovesse dipendere da chi riesce a essere più indecente dell’altro”. Il suo commento si chiude con una frase che suona come una denuncia amara, ma anche come un campanello d’allarme per tutti: “…e venne il giorno in cui in Italia abbiamo smesso di vergognarci!”.