Ervcina Venere Immersiva: un viaggio sensoriale al Polo museale Cordici. VIDEO

redazione

Ervcina Venere Immersiva: un viaggio sensoriale al Polo museale Cordici. VIDEO

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lunedì 11 Agosto 2025 - 12:40

Nel cuore del borgo medievale di Erice, presso il Polo Museale “A. Cordici”, prende vita Ervcina Venere Immersiva, un’esperienza innovativa che unisce tecnologia e patrimonio culturale. L’installazione propone un affascinante percorso sensoriale attraverso immagini, suoni e narrazioni che riportano in luce l’antico culto della Venere Ericina, divinità che per secoli ha ispirato miti, riti e opere d’arte. Il culto di Venere Ericina affonda le radici nella remota storia della Sicilia occidentale. Conosciuta inizialmente come Afrodite Ericina, la dea della fertilità e dell’amore era venerata sulla cima del Monte Erice già dall’VIII secolo a.C. Il santuario dedicato alla divinità sorgeva in posizione strategica, proteso verso il cielo e il mare, ed era frequentato da popolazioni diverse, dagli Elimi ai Fenici, dai Cartaginesi ai Romani, ognuna delle quali ha lasciato tracce nel culto e nelle sue forme rituali.

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Un culto millenario tra mito e archeologia

Nel tempo, la dea assunse nomi differenti: Astarte per i Fenici, Tanit per i Cartaginesi, Afrodite per i Greci. Con l’avvento di Roma, il culto fu riformulato e reso parte integrante della religione ufficiale dell’Impero: Venere Ericina divenne non solo protettrice della fecondità, ma anche simbolo di potere e bellezza. Secondo Diodoro Siculo, il tempio sarebbe stato fondato da Erice, figlio di Bute e della stessa Afrodite. Lo storico racconta inoltre che i Sicani, abitanti delle alture siciliane, veneravano la dea come entità suprema. Anche Virgilio, nell’Eneide, collega questo luogo al mito di Enea, figlio di Venere, il quale, dopo la morte del padre Anchise (sepolto proprio sul monte Erice), avrebbe fondato lì un altare alla madre, “vicino alle stelle”.

Tra storia sacra e culto misterioso

Il culto di Venere Ericina possedeva tratti enigmatici. Allevamento di colombe – animali sacri alla dea – e pratiche di prostituzione sacra erano parte integrante dei riti celebrati nel santuario. Questo aspetto, oggi sorprendente, era considerato in passato una forma di devozione che univa spiritualità, natura e corpo in un’unica dimensione sacrale. L’importanza della Venere di Erice non si limitò alla Sicilia: nel 211 a.C. i Romani trasferirono a Roma una statua della dea, che si ritiene oggi essere l’Acrolito Ludovisi, e le dedicarono due templi: uno sul Campidoglio e l’altro presso Porta Collina, consacrato nel 181 a.C. Il culto era tanto rilevante che fu immortalato anche su alcune monete repubblicane risalenti al 57 a.C., dove appare l’immagine del celebre tempio di Erice.

L’esperienza immersiva: il mito che rivive

Ervcina Venere Immersiva restituisce tutta la ricchezza e il mistero di questa antica tradizione, combinando rigore storico e suggestione multimediale. Attraverso una narrazione coinvolgente, il visitatore viene guidato in un percorso che fonde arte, paesaggio, archeologia ed etno-antropologia, restituendo alla memoria collettiva un patrimonio che ha attraversato i millenni e continua a ispirare. L’installazione rappresenta non solo un omaggio alla dea della bellezza e della fertilità, ma anche un’opportunità per riscoprire le profonde connessioni tra il sacro, la terra e la cultura siciliana.

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