Un’opera che parla di guerra e di dolore, ma con la voce della pace. È stata scoperta la scorsa settimana, nella Villa Garibaldi di Mazara, l’opera scultorea “Vittime Collaterali” dell’artista Sabrina Russo, socia del Rotary Club Mazara. Un trittico, realizzato in marmo e malta creativa in pietra bianca, donato alla città nell’ambito del progetto “Steli di Pace”, promosso dal Rotary. Alla cerimonia ufficiale, organizzata dall’Amministrazione in collaborazione con il Rotary Club Mazara del Vallo, hanno preso parte rappresentanti delle autorità civili e militari. L’opera entra così a far parte del patrimonio artistico cittadino come 71esima stele installata in Sicilia nell’ambito dell’iniziativa rotariana.
Quinci: “Diventa elemento urbanistico”
Il sindaco Salvatore Quinci, intervenuto all’inaugurazione, ha sottolineato il valore simbolico e sociale della scultura, che rappresenta in modo toccante le conseguenze spesso dimenticate dei conflitti. “Il nostro panorama artistico-culturale si arricchisce di una nuova opera che diventa anche elemento urbanistico importante in questo lungomare. Dietro quest’opera c’è un lavoro molto lungo, importante, continuativo realizzato dal Rotary, non soltanto il club di Mazara ma il Rotary siciliano. Un lavoro che richiama a valori fondamentali, quali quello della pace, della dignità, della vita umana e avere un elemento che concretizza in maniera così plastica e reale tutto questo per noi diventa elemento di orgoglio. Ancora una volta il Rotary si conferma presenza attiva in grado di lavorare sulla coesione sociale nella nostra città. Un grazie particolare a coloro che hanno collaborato per la riuscita di questo risultato e soprattutto a Sabrina Russo che ha speso il suo tempo e le sue energie per dedicarlo a un tema così importante e donarlo alla comunità”.
Un’iniziativa con il Rotary Club
Il Rotary Club Mazara del Vallo, rappresentato dai presidenti Gaspare Ingargiola e Lillo Giorgi ha espresso gratitudine all’Amministrazione per avere accolto e condiviso il progetto. Presente anche Antonio Fundarò, presidente della Commissione distrettuale Rotary, che ha ricordato come da Mazara all’Etna siano ormai 71 le opere installate, con l’obiettivo comune di promuovere una cultura della pace attraverso l’arte. L’autrice dell’opera, visibilmente emozionata, ha raccontato la genesi del trittico e il significato del titolo, “Vittime Collaterali”, mutuato dal gergo militare ma riletto in chiave civile. “Quest’opera si rivolge alle vittime fra i civili che subiscono ogni giorno la violenza indiscriminata della guerra. Sentivo di dare voce a chi non ne ha più. Spero che quest’opera sviluppi in qualche maniera, come del resto è l’arte in sé, empatia fra le persone, connessione per quanto riguarda il dialogo e che in qualche modo provi ad appiattire i conflitti”. Realizzata attraverso l’uso di una malta che si converte in pietra, l’opera non è contraddistinta da un materiale altamente prezioso: “Proprio per questo – prosegue l’autrice – ho voluto usare la pietra, per dare anche il senso della terra da cui tutti noi esseri umani abbiamo origine e che dovremmo rispettare sia da un punto di vista delle esistenze della vita in sé, perché è sacra, ma anche da un punto di vista dello spazio che viviamo. E la guerra non rispetta nessuno dei due elementi”.
Il senso al centro della scultura
La scultura presenta una base ampia, simbolo della diffusione dei conflitti nel mondo, su cui si innesta la figura centrale: una madre disperata che stringe a sé i figli, rappresentazione plastica del dolore inflitto ai civili inermi. Il suo impatto visivo e simbolico è stato sottolineato anche dalla socia Rotary Anna Maria Tranchida, che ha preso la parola subito dopo la scopertura per esprimere un pensiero sul significato dell’opera e del progetto “Steli di Pace”. L’iniziativa si inserisce in un più ampio programma di valorizzazione culturale e civile promosso dal Rotary Club e sostenuto dal Comune, che intende fare della Villa Garibaldi non solo un luogo di svago e aggregazione, ma anche uno spazio di riflessione. Con l’inaugurazione di “Vittime Collaterali”, Mazara conferma il suo ruolo di città simbolo dell’accoglienza e del dialogo, valori oggi quanto mai necessari. L’opera è visibile a tutti coloro che attraversano il lungomare Mazzini, e si propone non soltanto come elemento decorativo, ma come monito permanente contro la guerra, in tutte le sue forme.