Nessuna fiaba versione sicula di Esopo – capisco che il titolo poteva indurre in inganno – ma io non sono bravo a scrivere fiabe, nè a scrivere in generale, non sono allittrato, haio scole vascie, sono un modesto perito industriale. E meno male…Anche perché, di gente chi si sente carcocciola, Marsala abbonda.
Nelle settimane scorse, a centro di foco, si vedeva passare e spassare Alberto Di Girolamo con gli assessori e qualche dirigente nel versante lidi, tutti a dire “ma chisto cu stu ran cauro chi fa?”, “talè u dirigente sta murenno, ave a lingua di fora” , “l’assessure cu tacco vinni a mare”…insomma, per alcuno eravamo di fronte a un autentico mistero. Ma dall’oggi al domani ecco spuntare parcheggi a tinchitè. “Di notte e notte ficiro i travagghi?”, si è chiesto qualcuno… Invece no, u sinnaco ha fatto una cosa che tutti gli altri suoi predecessori non avevano visto o avevano fatto finta di non vedere. Sì, perché tutti i parcheggi all’interno dei cosiddetti villaggi o di qualche hotel non erano privati, bensì pubblici. Pubblici, ma negli anni spacciati per privati e chiusi da cancelli, ammucciati da siepi, proprietà comunali “rubate” alla pubblica utilità. Ed ecco allora chi l’addrina chi camina s’arritira ca bozza china: cancelli aperti e indicazioni per dire che quei posti erano nostri, dei cittadini, che i lottizzanti volevano fotterci usando questi come oneri di urbanizzazione per poi “rivendersele” come cosa privata, Alberto non ha solo tagliato il nastro, ha ristabilito un principio di legalità (anche questa lo è) e ha fatto riappropriare la città di cose che le erano state rubate. Ora ad Alberto tocca continuare, con i vari campetti di calcio, di tennis, di basket, all’interno sempre degli stessi spazi: li dia ad associazioni, li ridia alla gente, l’importante è “schiaffeggiare” chi si è approfittato di oltre vent’anni di cementificazione e che non solo non ha pagato gli oneri, ma ha fatto anche il furbo (e gli è stato permesso di farlo).
Se Alberto è l’addrina che cammina e si ritira ca bozza china, qualche dirigente mi sa che è como u struzzo, che piuttosto che vedere, ha messo la testa sotto terra, dimenticando di essere dipendente del Comune e dimenticando che doveva portare avanti gli interessi della città e non dei privati. A questo punto Alberto, che è l’addrina, faccia l’ovo e a codesti dirigenti a fine anno invece di dargli il premio produzione ci po’ dare un beddro ovo e dirà con il suo timbro di voce serafico: “Caro dirigente, invece del premio produzione pi st’anno ti suchi l’ovo”.
Lillo Gesone