Si è affermata, negli ultimi anni, la convinzione che le manifestazioni che esprimono un sentimento di protesta o di dissenso non servano a cambiare le cose. La storia del mondo insegna, in effetti, che non sempre il cambiamento arriva in seguito a una contestazione, ma qualche volta – tuttavia – è avvenuto. Sicuramente, non è mai successo che le cose siano cambiate grazie al consenso, al silenzio, o restando comodamente in poltrona a sgranocchiare pop corn. Alla luce di ciò, lo sciopero generale di ieri è sicuramente sintomo di una comunità democratica in cui, nonostante tutto, esiste ancora una fascia importante della popolazione che decide di mobilitarsi per incalzare il governo su temi di interesse comune: lavoro, sanità, istruzione, previdenza sociale. Difficile immaginare che domani l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni decida di accogliere tutte le istanze avanzate dai sindacati, ma è comunque la ripartenza di un’idea di mobilitazione sociale e politica che dopo la pandemia non si era mai vista.
Allo stesso modo, è assolutamente meritoria l’iniziativa di un gruppo di cittadini marsalesi che, da alcune settimane, si stanno confrontando sulla nuova escalation bellica che si sta verificando in Medio Oriente dopo gli attacchi di Hamas dello scorso 6 ottobre. Le immagini e le notizie che arrivano ogni giorno dalla Striscia di Gaza sono sconvolgenti e si aggiungono a quelle che già, da quasi due anni, arrivano dall’Ucraina. La sensibilità mostrata da tanti cittadini su questo tema ha portato all’organizzazione dell’evento “Cessate il fuoco”, che si terrà oggi in Piazza della Repubblica, dalle 11 alle 20: una staffetta nel segno dell’arte, della letteratura, del teatro, della musica, a cui ogni marsalese potrà dare un contributo, senza bandiere e senza appartenenze. Perchè l’unica cosa che conta è alzare l’attenzione sull’urgenza di uno stop agli attacchi militari che consenta di mettere in salvo la popolazione civile, che da oltre un mese vive una situazione di terrore di cui non ha nessuna responsabilità.
Fin dai suoi primi numeri, la nostra testata ha sempre fatto una bandiera dell’articolo 11 della Costituzione e del ripudio di tutte le guerre. Proprio per questo, oggi anche noi saremo in piazza e invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare, perchè ci sono momenti della storia in cui fare comunità è lo strumento migliore che abbiamo a disposizione per contribuire a cambiare il corso degli eventi.