“Pulcherrima urbs, sed ventosa” è la famosa frase attribuita a Cicerone in visita nell’antica Lilibeo. Non è una novità quindi che Marsala sia la città del vento, con i suoi caratteristici mulini e approdo ormai mondiale per chi pratica Kitesurf.
Il vento produce economia, turismo, una catena importante che dallo sfruttare l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi fino all’ultimo ristoratore, porta investimenti sul territorio.
Ma c’è l’altro volto del vento. Quello che porta per le strade della Città, rifiuti di ogni tipo, spazzatura, volantini, cartacce, bottiglie di plastica e vetro. Il vento porta via anche i mastelli lasciati fuori dai cittadini per la raccolta differenziata porta a porta. La spazzatura si deposita ai bordi delle strade e dei marciapiedi – soprattutto quelle più esposte, come via Sibilla, Porta Garibaldi, via Amendola, ecc. -, lungo le attività commerciali. E non è un bel vedere, non è affatto un bel biglietto da visita. Persino a gennaio, figuriamoci in estate, con il caldo scirocco.
Le strade la notte vengono ripulite sì. Ma basterà? E, altra domanda: siamo sicuri che sia tutta colpa del vento? La risposta più sincera è “NO”.
Non è tutta colpa del vento. Chi abbandona la spazzatura, chi non ha il buon senso di controllare i mastelli portati giustamente fuori la sera prima ma che, senza un controllo, volano via; chi scrive “non lasciare qui i volantini” che prontamente vengono imbucati lo stesso e poi non raccolti in ogni caso dai residenti, chi getta cartacce dal finestrino dell’auto, chi esce dal bar, dal panettiere o da un negozio e butta via lo scontrino, la carta che avvolge il pane o la pizza, la lattina; infine, chi non pulisce correttamente, chi non riversa i mastelli correttamente sui mezzi di raccolta, chi attraversa le strade della Città, ha la responsabilità sulle spalle di amministrarla, vede tutto questo “scempio” e non fa nulla. Non si preoccupa di chiamare delle squadre comunali per ripulire le strade subito. Non domani, non dopodomani, non… mai! Subito!
Perchè questi rifiuti inquinano, sporcano, finiscono in mare, attirano insetti e mettono a rischio l’ambiente e la salute pubblica.
Non bisogna mai girarsi dall’altra parte… spesso camminare con lo sguardo basso, aiuta a capire dove si vive.