Chi ha provato a raccontare la storia del giornalismo siciliano, ha sempre dovuto fare i conti con antitesi e contraddizioni: miseria e nobiltà, conformismo e radicalismo, pavidità e coraggio. Da un lato i grandi gruppi editoriali, attenti a non dispiacere troppo il potente di turno e spesso seduti ai loro stessi tavoli. Dall’altro, le esperienze più innovative, capaci di individuare un’agenda alternativa e contribuire alla promozione di una più matura coscienza civile. Le prime hanno saputo resistere camaleonticamente a tutte le intemperie, permettendosi anche qualche sortita più incisiva, per poi rientrare comodamente nei ranghi. Le altre hanno vissuto stagioni gloriose, ma poi, per ragioni diverse, si sono ritrovate a dover chiudere i battenti. Perchè l’informazione libera e indipendente piace tanto ai lettori, ma molto meno ai politici e ai grandi gruppi economici, che solitamente preferiscono mantenersi distanti da chi canta fuori dal coro.
Proprio per questa ragione, abbiamo letto con grande dispiacere le motivazioni con cui il direttore Sandra Rizza ha comunicato la chiusura de “L’Ora quotidiano”, un’esperienza editoriale nata per rinverdire i fasti del giornale fondato all’inizio del ‘900 dai Florio, che aveva a sua volta rivestito un ruolo formidabile nella crescita culturale e civile dei siciliani fino alla chiusura, datata 9 maggio 1992. Dispiace perchè si ferma il lavoro di un gruppo di colleghi che nel giro di quattro mesi aveva portato loraquotidiano.it ai vertici dell’informazione on line, con una media di 30 mila visualizzazioni al giorno, una linea editoriale coraggiosa e combattiva, sul fronte antimafia come nel racconto dei “Palazzi del potere”. Quel che più dovrebbe far riflettere, è che L’Ora quotidiano” non chiude per mancanza di lettori. Ma per il disimpegno degli inserzionisti privati. Che, stranamente, hanno investito su un progetto in fase di start up, per poi tirarsi indietro nel momento in cui il giornale appariva in grande crescita. Chi conosce il mondo dell’editoria, sa bene che certe cose non accadono mai per caso. E magari, ci sarà già qualcuno pronto ad approfittare di questo spazio vuoto per proporre altri progetti.
Il nostro giornale, con i suoi pregi e i suoi difetti, nasce guardando proprio a quell’informazione libera e indipendente che prima citavamo. Non abbiamo storie centenarie alle spalle, ma ogni giorno tocchiamo con mano la credibilità che ci riconoscono i nostri lettori. Perchè nelle riunioni di redazione, pensiamo a loro e alla comunità in cui vorrebbero vivere. Non alle lobbies o ai gruppi di potere. E chi ci legge lo sa. Proprio per questo, oggi, non potevamo non dedicare un pensiero ai colleghi de “L’Ora”. Nell’auspicio che possano crearsi le condizioni per rivederli presto on line.