Responsabilità. Una parola complessa, che può essere usata in tanti modi. Il presidente Sergio Mattarella, a pochi minuti dal plebiscito che ne ha sancito la rielezione, ce ne ha ricordato la sua declinazione più nobile: in politica, la responsabilità è rinunciare al proprio interesse personale per perseguirne quello generale. Legittimamente, dopo 7 anni, Sergio Mattarella non vedeva l’ora di dismettere i panni del Capo dello Stato per dedicarsi ad altri progetti di vita. Come qualsiasi altro pensionato, avrebbe voluto riposarsi, viaggiare, recuperare il tempo sottratto alla propria famiglia e alle proprie passioni. Di fronte all’incapacità dei partiti di trovare un accordo sul suo successore, non ha potuto che dire di sì, chiedendo soltanto il rispetto della forma (la richiesta doveva arrivare dai capigruppo parlamentari e non dai leader politici) e lasciando intendere che intende portare avanti il suo compito per l’intero settennato (salute permettendo).
La storia umana e politica di Sergio Mattarella, del resto, è strettamente legata a un’alta concezione del senso del dovere: quello che, di fronte al cadavere del fratello Piersanti, lo convinse ad accantonare i propri progetti professionali per mettersi al servizio della politica siciliana, favorendo quel processo di rinnovamento che dopo le Stragi di mafia portò alla “primavera amministrativa” degli anni ’90. Nel suo percorso di vita c’è sempre stata la concezione della politica come servizio alla comunità e non come strumento per fare carriera o per esercitare un potere. Con la coerenza di sempre, Sergio Mattarella – da buon docente – ci ha dato una nuova lezione, nel segno di quel concetto di responsabilità prima menzionato e prevalentemente rivolto a quei cittadini che hanno seguito con indignazione e sconcerto l’imbarazzante teatrino politico di questi giorni, tra improvvisati kingmakers, veti incrociati, lotte intestine e strategie pre-elettorali. Che poi questa lezione arrivi da un siciliano, figlio di una terra che in politica non ha sempre mostrato il suo volto migliore, è un aspetto che dovrebbe renderci oltremodo grati e orgogliosi.