Grazie ai fondi 8×1000, destinati alla Chiesa cattolica dai contribuenti italiani, nella Chiesa Madre di Castelvetrano si sta intervento per la sistemazione del pavimento in marmo. Il cantiere è stato aperto da qualche giorno, costerà 115 mila euro e sarà concluso entro la fine di giugno di quest’anno. L’intervento (le ditte sono: Giuseppe Dario Errante e Poliarte centro restauro) per risanare il pavimento consiste nello smontaggio, la creazione di un idoneo massetto di appoggio e la ricollocazione della pavimentazione secondo gli schemi e la mappatura eseguita. I marmi esistenti saranno, infatti, recuperati, puliti da ogni residuo di malta, per poi reimpiegarli.
Le parti deteriorate o mancanti, invece, verranno sostituite da marmo del tipo Bardiglio imperiale siciliano del tutto simile alla pavimentazione esistente. Nell’ambito dei lavori di cantiere si interverrà anche sulla volta del cappellone absidale, col risanamento della superficie impermeabile, consentendo, così, di eliminare le infiltrazioni di acqua e al contempo preservare le superfici interne finemente decorate della zona absidale della chiesa. Gli operai interverranno anche per il ripristino delle decorazioni interne in stucco dell’abside, degradate a causa del cattivo funzionamento della copertura. Un intervento particolare riguarderà il riempimento delle sacche formatesi per il distacco tra i vari elementi strutturali (supporto murale/arriccio/stucco), mediante iniezione di stucco minerale poroso a base di alluminati e carbonato di calcio, previa chiodatura con barrette di vetroresina da 4 millimetri iniettate con resina.
La Chiesa Madre “Santa Maria Assunta” si inserisce nel contesto del Sistema delle piazze di Castelvetrano. Fu costruita, per volontà di Giovan Vincenzo Tagliavia, primo Conte di Castelvetrano tra il 1520 e il 1579. L’area su cui sorge era occupata da tre preesistenti chiese: la vecchia Matrice, la cappella di Santa Chiara e quella di San Giorgio, base del futuro campanile. La nuova chiesa madre, contrariamente alle tendenze architettoniche rinascimentali, presenta un impianto “neonormanno” ovvero ispirata alle architetture religiose del medioevo siciliano e ha un impianto basilicale a tre navate, un transetto e un coro rialzato dal sottostante santuario che è la sepoltura del santo.
La tessitura muraria dell’esterno, in conci di arenaria a faccia vista con merlature a coronamento dei prospetti laterali, invece, si pone in continuità con la tradizione medievale. Caratteristiche sono le travi lignee dipinte tra il 1540 e il 1570, che manifestano gli intenti autocelebrativi di Carlo d’Aragona, eletto in quegli anni primo principe di Castelvetrano. La gloriosa tradizione dei soffitti lignei palermitani (esempi ne sono la Cappella Palatina o la sala dei baroni di Palazzo Steri) si è adeguata nei termini figurativi a un linguaggio rinascimentale: non vi è il predominio dell’oro e la trama appare meno fitta.