Assolto per non avere commesso il fatto, un cittadino marsalese accusato di avere sottratto energia elettrica all’Enel senza corrispondere l’importo del consumo. I fatti si riferiscono ad un contatore, nella disponibilità di una società che gestiva un molo per la sosta delle barche e che era stato attivato il 12 aprile del 2012, da un legale rappresentante. Nel 2013, l’uomo, poi imputato nel processo, subentrò come legale rappresentante, chiedendo la voltura del contratto di fornitura all’Enel e lo spostamento del contatore ad un luogo di esclusiva pertinenza della società, visto che in precedenza lo stesso era ubicato in luogo pubblico in quanto utilizzato per un periodo come centro di trasmissione di energia per un cantiere.
Gli operatori della compagnia elettrica, intervenendo sul luogo, hanno appurato che vi era una manomissione con susseguente ammanco di consumo. “Abbiamo dimostrato – ci ha detto l’avvocato difensore Ivan Gerardi -, con un’apposita perizia, che non c’era differenza di consumo a cavallo del passaggio tra i due legali rappresentanti della società. Pertanto se c’era stata manomissione il mio cliente non poteva saperlo”. Il giudice monocratico Annalisa Amato ha assolto l’imputato perchè il fatto non sussiste in quanto, secondo il difensore, erano venuti a mancare gli elementi oggettivi e soggettivi che caratterizzano il furto che è un delitto commesso mediante violenza sulle cose. In pratica, da quanto si evince dalla sentenza, la manomissione era stata antecedente al 2012.