Torna ad infiammarsi il dibattito in città sul futuro dell’area portuale di Marsala. Da una parte c’è il progetto della Myr, per il quale si continua ad attendere l’inizio dei lavori. Dall’altra c’è quello riguardante il cosiddetto porto pubblico, che già lo scorso ottobre era stato oggetto di un esposto alla Procura e alla Commissione Antimafia da parte dell’onorevole Giulia Adamo, che aveva chiesto agli organi competenti di verificare eventuali responsabilità sull’omessa realizzazione del progetto riguardante le “opere di messa in sicurezza molo foraneo sopra flutto molo foraneo sotto flutto, banchine e piazzali ed escavazioni” e, più in generale, sulle cause che avrebbero impedito negli anni lo sviluppo del Porto di Marsala”. Poco tempo dopo, fu annunciata anche la nascita di un comitato civico di operatori portuali e liberi cittadini che torna adesso a far sentire la propria voce.
“A distanza di mesi di silenzio – si legge nella nota inviata alla stampa – e dopo le sollecitazioni del comitato civico composto da circa duecento persone, restano ancora disattesi i chiarimenti sul progetto pubblico del porto di Marsala, che rappresentanti della società civile hanno chiesto all’amministrazione comunale”. La nota fa inoltre riferimento a un incontro avvenuto la scorsa settimana tra gli operatori portuali e il sindaco Alberto Di Girolamo, per conoscere i motivi della mancata risposta alle richieste della commissione ministeriale che facevano seguito a tutti i pareri tecnici favorevoli al progetto, alla compatibilità con il progetto privato Myr, e che avrebbero completato l’iter burocratico, per avviare concretamente i lavori. “Sprovvisto di documentazione adeguata e in assenza di tecnici qualificati alla settorialità dell’argomento – si legge ancora nella nota – dal primo cittadino non sono arrivate le risposte sperate, utili a comprendere il motivo di questo stallo che impedisce l’uso dei fondi stanziati nel “Patto per la Sicilia”, dove sono stati impegnati 49 milioni di euro per la diga antemurale e un milione di euro per il completamento dei lavori per la banchina curvilinea. Il passaggio ultimo conclusivo era quello di fornire, alla commissione tecnica di valutazione, anche con un incontro, le motivazioni che giustificavano l’urgenza di effettuare le opere; ma non ricevendo alcuna risposta è stato dato parere negativo alla compatibilità ambientale del progetto”. Gli operatori portuali rincarano a questo punto la dose nei confronti del primo cittadino e della sua giunta: “I motivi di questo manifesto disinteresse sulla questione del porto pubblico da parte dell’amministrazione Di Girolamo non sono ancora chiari, nonostante diverse sollecitazioni, ma risultano essere manifeste sin dai primi giorni del suo insediamento, quando venne disertata la convocazione a Roma del 5 maggio 2016 con la commissione ambientale del Ministero”. Di conseguenza, ribadita la disapprovazione nei confronti dell’operato dell’amministrazione lilybetana sulla questione, i firmatari della nota preannunciano di volere intraprendere “un percorso civico di aggregazione, che andrà a rafforzare l’esistente comitato, stanchi di vedere ignorate le proprie richieste dalla politica, fatta dai rappresentanti eletti”. Si fa presente, inoltre, l’intenzione di chiedere “all’assessore regionale ai lavori pubblici di sostituirsi all’inerzia del comune, in virtù del fatto che il progetto ha valenza di interesse regionale, considerando che l’iter per la messa in sicurezza del porto fu avviato dalla Regione nel 2009, affidandolo all’ingegnere Viviano, dell’Ufficio Opere Marittime del Provveditorato Interregionale OO.PP. Sicilia – Calabria”. La nota si conclude con l’annuncio di una conferenza stampa gestita direttamente dai cittadini, a cui parteciperanno tecnici e professionisti.
Contattato dalla nostra redazione per una replica, il sindaco Alberto Di Girolamo afferma che “gli uffici comunali non hanno trovato alcuna traccia di lettere da parte della Regione” e anche i governi Crocetta e Musumeci “hanno assicurato di non aver nulla a riguardo”. “Se – prosegue il primo cittadino – qualcuno ha nascosto qualcosa e i componenti di questo comitato di operatori portuali portano le prove, io sono pronto a denunciare. Ma nessuno dica che io ho interessi in questa vicenda, perché a me interessa solo che si faccia il Porto a Marsala. Se sia pubblico o privato, poco mi importa”. Di Girolamo sottolinea infine che l’amministrazione sta seguendo la vicenda dei fondi Poc che potrebbero portare 27 milioni di euro da utilizzare sulla parte dell’area portuale che resta fuori dal progetto della Myr.
Sui ritardi che si stanno registrando rispetto all’inizio dei lavori del Marina di Marsala, interviene con una nota il presidente di Rete Punica Mario Figlioli, che lancia una proposta alla cittadinanza e alle istituzioni per dare un impulso determinante al buon esito del progetto attraverso un bando di co-founding: “Con una raccolta fondi aperta alla cittadinanza – spiega Figlioli, in rappresentanza della rete di imprenditori e artigiani del territorio – non solo si potrebbe ottenere la liquidità necessaria all’avvio dei lavori di una struttura che certamente gioverebbe all’economia di Marsala, sia in maniera diretta che in termini di indotto, ma si verrebbe a creare una bella opportunità per quei cittadini che volessero co- finanziare questo progetto, chiaramente con piano di ritorno dell’investimento. Si tratta infatti di un investimento che certamente avrebbe un ritorno economico anche per i più piccoli co- founders- investitori. “Questa è un’idea che lanciamo all’Amministrazione comunale qualora il problema di questo ritardo dei lavori fosse legato realmente alla mancanza di una parte dei soldi necessaria ad avviare un piano davvero importante per la città di Marsala. Come Rete Punica, in tal senso, mettiamo a disposizione le nostre competenze per l’eventuale elaborazione del bando e, in ogni caso, ci rendiamo disponibili a qualsiasi altra consulenza, purché si vada nella direzione della crescita di questo territorio”.