Marsala ha ospitato, dal 1° al 4 dicembre, una tappa dell’International Street Food, la carovana itinerante che raduna ristoratori italiani e stranieri — argentini, messicani, uruguaiani e molti altri — impegnati a portare le proprie specialità culinarie in giro per l’Italia. Un format che in estate ha già fatto tappa in altre città del trapanese, come Alcamo, Calatafimi e Trapani, riscuotendo ovunque un buon successo. L’arrivo a Marsala, in pieno inverno e collocato nella cornice di Porta Nuova, poteva avere le carte in regola per offrire un tocco di vivacità gastronomica alla città. L’iniziativa, sostenuta da Confartigianato e dall’Associazione Italiana Ristoratori di Strada, ha portato sapori internazionali e pietanze di qualità che, nel complesso, sono state apprezzate dal pubblico presente — sebbene qualcuno abbia rilevato prezzi forse un po’ alti rispetto al concetto di “street food”, tanto più considerando che si mangiava all’aperto e in un periodo piuttosto freddo.
Pubblicità insufficiente e affluenza giornaliera in centinaia
Il vero problema, però, è stato un altro: la manifestazione è passata quasi inosservata. A Marsala in pochi sapevano dell’evento, complice una comunicazione scarsa, tardiva e a detta di molti poco efficace. Nonostante l’inaugurazione ufficiale alla presenza del sindaco Massimo Grillo, della Polizia Municipale e dello staff comunale, questo non è bastato a generare l’interesse sperato. Il risultato? In quattro giorni, tra le 12 e le 24, solo poche centinaia di visitatori hanno affollato gli stand giornalmente, un numero decisamente inferiore rispetto alle migliaia che i commercianti si aspettavano. “Ci siamo andati sotto con le spese”, ha ammesso qualcuno, altri, alla domanda “avete venduto?”, hanno rispondono con un ghigno palesemente insoddisfatto. Di certo un evento organizzato a dicembre e non in estate o comunque in un periodo di meteo mite, non ha aiutato.

Spazi stretti, organizzazione discutibile, meteo contro
La scelta di Porta Nuova come location ha sollevato più di una perplessità. Lo spazio ridotto non ha permesso un allestimento arioso né funzionale: i venditori di birra, ad esempio, erano cinque o sei, tutti ammassati uno accanto all’altro, senza un criterio evidente. Nel frattempo gli ambulanti, pur offrendo piatti di ottimo livello, trascorrevano lunghe ore a cucinare senza la certezza di riuscire a vendere ciò che preparavano. Come se non bastasse, le ultime due giornate sono state caratterizzate da un forte vento — elemento tutt’altro che raro nelle zone d’ingresso della città — che ha ulteriormente scoraggiato chi avrebbe voluto assaggiare le specialità a cielo aperto.
Un bilancio negativo per un evento che poteva funzionare
Quella di Marsala non può essere definita un’edizione riuscita dell’International Street Food. Peccato, perché l’iniziativa aveva tutte le potenzialità per animare la città e offrire un’esperienza gastronomica di qualità. Una comunicazione più efficace, una scelta logistica diversa e una maggiore cura organizzativa avrebbero potuto fare la differenza. Così com’è andata, l’evento ha lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutti: ai visitatori, ai commercianti e, in generale, a chi sperava di vedere Marsala protagonista di un appuntamento vivace e partecipato. Forse la città merita un’altra occasione, meglio pianificata, meglio comunicata e meglio valorizzata, così com’è stata quella che si è svolta nel corso delle celebrazioni del Patrono della Città, San Giovanni. Sempre street food a Porta Nuova con tanti visitatori. Ma nel mese di giugno e all’interno di un cartellone organizzato dal Comune di Marsala che ha ottenuto un pò più di visibilità.