Mai come quest’anno il Parco Archelogico di Marsala è stato attivo: ha ospitato eventi e convegni, aprendo le sue porte alla città e ai visitatori in misura maggiore rispetto al passato. Sicuramente un buon segno, per creare un legame più forte tra la comunità marsalese e il luogo che custodisce una parte importante delle testimonianze della sua storia gloriosa. Curiosamente, il rinnovato attivismo del Parco è coinciso con l’iniziativa per la riapertura del viale lanciata dal cittadino marsalese Ninny Aiuto, che ha raccolto circa un migliaio di firme. Ciò testimonia che, comunque la si pensi, quando la cittadinanza interviene nel dibattito pubblico gli effetti sono spesso positivi.
Il dibattito che è venuto fuori, tra chi vorrebbe una riapertura dell’area e chi la ritiene un’opzione rischiosa per la tutela dei preziosi reperti archeologici dell’antica Lilibeo, a parere di chi scrive, ha un altro innegabile merito, in un momento storico in cui Marsala si prepara a scegliere il suo futuro con le elezioni amministrative della primavera 2026: riaprire il ragionamento sulla fruizione dell’area. Sono passati più di 20 anni da quando il Comune di Marsala accettò di cedere alcune sue parti alla Regione Siciliana, competente in materia di beni archeologici. La grande speranza era che si potesse procedere a una lunga campagna di scavi, ritenuti fondamentali per far emergere i tesori nascosti della vecchia e gloriosa Lilibeo fino a dar vita a uno dei parchi archeologici più belli dell’isola, peraltro collocato in continuità con il centro storico della città e a pochi metri dal mare di Capo Boeo. Fiduciosi nell’ambizioso obiettivo di vedere arrivare frotte di turisti e visitatori, i marsalesi hanno accettato (turandosi il naso) sia la chiusura dei tre viali storici sia la delimitazione dell’area con una recinzione metallica di dubbio valore estetico.
Dopo oltre 20 anni non si può dire che le cose siano andate esattamente come ci si aspettava: il Museo è senza dubbio cresciuto, con un allestimento che ne ha valorizzato i reperti, su tutti la Nave Punica, fiore all’occhiello del patrimonio storico marsalese. Ma il “sacrificio” dei viali e della recinzione è veramente servito? Purtroppo nell’area adiacente a Piazza della Vittoria non si scava da anni, i tesori dell’antica Lilibeo sono rimasti per lo più sepolti e l’appeal del sito è rimasto invariato.
“O si scava o si riapre” è la frase da cui, personalmente, mi piacerebbe che il prossimo sindaco ripartisse, in una logica di confronto (senza sudditanze) con il governo Schifani. In vista delle elezioni che verranno, sarebbe interessante conoscere su questo tema il pensiero di chi si candida ad amministrare il futuro della città. Lasciare tutto com’è significherebbe rassegnarsi all’ennesima occasione perduta.