Mazara del Vallo racconta spesso se stessa come laboratorio di integrazione e multiculturalità. A smontare questo mito, con fredda lucidità, ci pensa Nourhene Chouchane, neo consigliera comunale straniera aggiunta, che lunedì si è insediata in Consiglio. Con parole nette denuncia la distanza tra due comunità che condividono il territorio, è vero, ma non la quotidianità. Il suo obiettivo nel suo nuovo ruolo è chiaro: accendere i riflettori su una verità scomoda e cominciare a ricucire il tessuto di una convivenza che oggi non è più sufficiente.
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Quale sarà il suo contributo all’interno del Consiglio Comunale di Mazara? “Spero di dare un contributo positivo a questo Consiglio e alla città di Mazara con una maggiore presenza e integrazione da parte della comunità straniera. Siamo sempre cittadini di Mazara, per cui spero di dimostrare a questo Consiglio e a questa città che apparteniamo a questa città”.
Da dove è nata l’idea di candidarsi?
“L’idea di candidarmi mi è stata proposta da un vecchio amico. Non ho mai avuto il pensiero di candidarmi per le elezioni di consigliere aggiunto, ma quando mi è stato proposto ho riflettuto sul fatto che bisogna dare un senso a questo ruolo ed essere parte integrante di questo Consiglio comunale. Purtroppo il ruolo del consigliere aggiunto è obsoleto: non abbiamo diritto al voto, ma solo di parola. Speriamo che in futuro questo ruolo cambi anche per avere un rappresentante all’interno del Consiglio di Mazara del Vallo”.
Consigliere straniero aggiunto e Consulta dei migranti sono ulteriori strumenti di democrazia. Quali sono le istruzioni per l’uso?
“Un po’ difficile da spiegare: utilizzeremo questi due ruoli per far conoscere e avere una sintonia e sinergia tra le due comunità presenti a Mazara del Vallo e costruire insieme un futuro di cittadinanza. Abbiamo in mente una visione di cittadini del mondo e che da questa città parta un esempio di pace nel mondo, non più di cittadini con provenienze e denominazioni diverse, musulmani, cristiani e via dicendo…”.
Diritto di parola, ma non di voto. Quanto questo aspetto potrà limitare la sua azione? “Più che limitare il mio lavoro, è avere un diritto in meno. Non credo che questo possa limitare o comunque possa essere un deterrente al lavoro che vorrei e potrei fare all’interno del Consiglio, ma è mancanza di un diritto per un consigliere all’interno del Consiglio”.
Integrazione, a che punto siamo a Mazara?
“Più lontani di come eravamo prima, l’integrazione è assente. Posso dire che oggi siamo ritornati indietro con l’integrazione: io vivo a Mazara del Vallo da 50 anni e 30-35 anni fa non avevamo bisogno di parlare di integrazione perché eravamo già integrati. C’era uno scambio culturale, una coesione da una parte della cittadinanza all’altra, ma il fatto che oggi stiamo parlando di integrazione, di voler cercare di fare azioni per arrivare all’integrazione vuol dire veramente che siamo molto lontani da essa. Una convivenza pacifica grazie a Dio c’è, però questo non vuol dire integrazione. Integrazione vuol dire uno scambio culturale, dove la convivenza pacifica è soltanto il primo step”.
Quali sono nel 2025 le esigenze maggiori o più urgenti della comunità straniera a Mazara?
“Ce ne sono tantissime, partendo dalla scuola, come già discusso in Consulta. La scuola è fondamentale per avere quel senso di integrazione: dobbiamo dare l’opportunità ai bambini migranti di poter avere un mediatore culturale all’interno delle classi, ai genitori di poter colloquiare con i professori e le maestre. Già dalla scuola iniziamo a non avere integrazione, per arrivare poi al lavoro, alla comunità, all’amministrazione comunale, ai servizi… Partiamo dalla scuola, lì vi è la prima esigenza di integrazione, anche perché quei bambini sono il futuro della nostra città”.
Lunedì l’insediamento in Consiglio Comunale, le chiedo le emozioni di questa giornata e quali saranno le prime istanze che porterà in Consiglio…
“L’emozione è veramente grande, è stato un mio primo ruolo nella partecipazione, anche nella vita politica. Non lo sento proprio come un ruolo politico, sono solo un consigliere aggiunto. Le mie prime istanze saranno di avere un quadro generale reale della presenza degli immigrati a Mazara del Vallo. Dico reale perché a Mazara si è sempre parlato di integrazione, di città multietnica, ma effettivamente non è così. Siamo due comunità che camminano parallelamente, ma non si incontrano e non sanno le cose l’una dell’altra, la vera vita della città. Oggi gli immigrati sono al di fuori della realtà mazarese, per cui la mia prima richiesta sarà di fare un quadro generale, una mappatura sulla presenza degli immigrati a Mazara”.
Prima ho letto e poi ascoltato, con molta attenzione, la video – intervista a Nouheme Chouchane. E ho subito pensato se rispetto a persone come lei sia ragionevole ancora soppesare e misurare il grado e il tasso di integrazione per farla diventare, a pieno titolo e a tutti gli effetti, una cittadina degna di questo nome. Ho pure pensato se nei confronti di una donna di tale livello, non fosse invece arrivato il momento di esprimere senza infingimenti un riconoscimento e un segno di gratitudine per aver contribuito a far crescere, dal punto di vista culturale, civile, politico e sociale, la comunità che l’ha accolta. Anziché ritenere che la sua presenza sia una graziosa concessione di cittadinanza, che deve conquistarsi giorno dopo giorno, essa possa essere messa nella condizione di svolgere un ruolo e punto di riferimento, anche nella sua Mazara del Vallo “dove si è sempre parlato di integrazione ma non è così, di fare incontrare le due comunità che in realtà continuano a essere separate. Per me la neo consigliera straniera aggiunta di Mazara ha tutte le qualità e le potenzialità per poter essere un esempio per condurre la battaglia sempre più difficile e che ha sempre più bisogno di risorse e della volontà dimostrata da Nourhem. Filippo Piccione