A Mazara del Vallo basta un sax per scatenare e riaccendere un caso che, puntuale, si ripresenta con l’avvicinarsi dell’estate. L’esibizione improvvisata di un artista di strada sul corso principale della città ha acceso un acceso dibattito tra istituzioni, gestori di locali e cittadini. Al centro della discussione: i limiti imposti dalla normativa comunale sull’inquinamento acustico e le regole che disciplinano l’arte di strada. Mercoledì 21 maggio un sassofonista si stava esibendo lungo Corso Umberto I, attirando l’attenzione dei passanti con note leggere e improvvisate. Intorno alle 18.40, l’intervento di una pattuglia della Polizia Municipale interrompe l’esibizione. Identificazione, qualche minuto di stop, poi l’artista riprende a suonare per poco. La scena si chiude in una manciata di minuti, ma riaccende il dibattito, che diventa subito caldo. Tutto è iniziato con un post pubblicato dal gestore di un noto locale cittadino in pieno centro, in seguito a quanto successo una settimana fa.
“Oggi si è suonato – ha scritto – ma è stato il silenzio a vincere. Una scena che rabbrividisce: la musica interrotta, l’artista fermato, il cuore della città che smette di battere”. Lo stesso esercente, pochi giorni prima, aveva sollevato il tema della soglia massima di 50 decibel prevista per la musica all’esterno degli esercizi pubblici. “È il volume di una normale conversazione – aveva scritto sui social – e a queste condizioni la musica non può esistere”. Per l’esercente, la questione non è solo burocratica, ma culturale: “La musica è atmosfera, vita. Non vogliamo il caos, ma nemmeno il silenzio assoluto. Così, piano piano, svuotiamo Mazara — non solo dei suoi suoni, ma anche delle sue energie migliori”. A stretto giro è arrivata la replica dell’assessore alla Polizia Municipale, Rino Giacalone, che ha ironizzato sull’ondata di indignazione social: “Pare che suonare un sax sia diventato più sovversivo che bucare le gomme”.
L’assessore ha poi chiarito che l’artista in questione non aveva chiesto alcuna autorizzazione, come invece previsto dal regolamento comunale. Nessuna repressione, dunque, ma un semplice controllo con identificazione, seguito dalla ripresa dell’esibizione. A fare ulteriore chiarezza è intervenuto il Comando della Polizia Municipale con un comunicato ufficiale. La nota ribadisce il sostegno dell’Amministrazione alla libertà artistica e all’arte di strada, “purché svolta nel rispetto delle norme vigenti”. Il problema, dunque, non sarebbe la musica in sé, ma la mancanza di comunicazioni preventive da parte degli artisti e il rischio di ostacolare la circolazione o disturbare la quiete pubblica.
“Dispiace constatare – si legge – che alcuni soggetti abbiano rappresentato in modo parziale e strumentale quanto accaduto”. E ancora: “Chi davvero ha a cuore la libertà dell’arte sa bene che essa si rafforza solo nel rispetto delle regole”. Il caso del sassofonista, finito sotto i riflettori per un intervento che, di fatto, si è risolto in pochi minuti, ha dunque assunto un significato più ampio: quello di simbolo di una tensione irrisolta tra vitalità culturale e burocrazia, tra desiderio di animare la città e necessità di regolamentare gli spazi condivisi. E con l’arrivo della bella stagione, Mazara si riscopre così divisa, ancora una volta, tra chi invoca “più musica” e chi chiede rispetto per regole e regolamenti. Ma forse, in una città che ambisce a ad accrescere sempre di più anche il suo appeal turistico, la cosa più opportuna non sarebbe scegliere esclusivamente tra i due poli opposti, bensì trovare un equilibrio più sensato. Perché, come ricorda il post del gestore, “la musica è vita”. Ma anche la convivenza civile, a modo suo e per dirla proprio con un termine musicale, è una forma di armonia.