Marsala, a qualche giorno dalla chiusura del 72° Raduno Nazionale dei Bersaglieri, deve interrogarsi su ciò che questa importante manifestazione ha lasciato dietro di sé. Non solo trombe squillanti e fanfare marcianti, ma investimenti economici, riqualificazioni urbane, visibilità mediatica e, perché no, anche aspettative disattese. È il momento di una disamina realistica e costruttiva. L’Amministrazione comunale ha messo sul piatto una cifra significativa: si è parlato inizialmente di circa 300mila euro, ma occorrerà aspettare i bilanci definitivi per confermare con esattezza l’entità della spesa pubblica. Un investimento che ha suscitato dubbi e polemiche, ma che, a giudicare da alcuni segnali tangibili, ha prodotto effetti positivi visibili in città.
È innegabile che in occasione dell’evento Marsala si sia mostrata sotto una luce diversa. Quartieri centrali più puliti, aiuole sistemate, il basolato del centro storico ripristinato (almeno in parte ma per parlarne meglio bisognerà aspettare un pò di tempo), una manutenzione urbana che molti cittadini aspettavano da anni. Va detto: il Raduno è stato anche l’occasione per riprendere in mano alcuni aspetti dimenticati del decoro urbano. Resta però da chiedersi: quanto durerà questa condizione? Sarà strutturale o solo il riflesso di una “vetrina” temporanea? Uno dei lasciti più importanti riguarda forse la sfera culturale e turistica. Dopo anni sono stati ripristinati i cartelli turistici nella zona di San Girolamo, e il Parco Archeologico di Lilibeo ha goduto di una visibilità nuova e meritata. Un segnale importante, che dimostra quanto patrimonio ci sia ancora da valorizzare. Se il Raduno ha avuto un merito, è stato quello di farci guardare con occhi nuovi ciò che spesso viene dato per scontato.

L’evento ha avuto anche un’importante cassa di risonanza grazie alla diretta Rai. Sebbene fossero assenti rappresentanti di spicco del Governo – compreso il Ministro della Difesa – il focus mediatico ha saputo valorizzare non solo la storia dei bersaglieri ma anche la bellezza della città. E lo ha fatto in modo sobrio, rispettoso, sottolineando con stupore le potenzialità di Marsala. Forse è proprio questo il tipo di visibilità a cui dovrebbero ambire eventi simili. Tuttavia, è doveroso evidenziare anche le criticità. L’organizzazione dell’evento avrebbe potuto essere più efficace, e la promozione – soprattutto a livello locale – più incisiva? Probabilmente sì. Nei giorni del Raduno, soprattutto nel fine settimana, la città si è “svegliata”, ma il fermento è sembrato arrivare più per inerzia che per una reale programmazione.
Il vero nodo resta la quotidianità. Marsala ha bisogno di sentirsi viva anche dopo le grandi manifestazioni. Troppo spesso, a partire dalle 20.30, le vie del centro si svuotano e i cittadini – anche per via delle recenti vicende legate alla sicurezza – scelgono di rimanere a casa. Il Raduno ha mostrato che la città può accendersi, ma serve una strategia concreta per mantenerla viva e attrattiva anche nei giorni ordinari. Il 72° Raduno Nazionale dei Bersaglieri lascia a Marsala più di un ricordo. Lascia uno spunto, un’occasione di rilancio, un test su cui riflettere. Le fanfare hanno portato emozione e suggestione, ma ora servono idee, programmazione e coraggio per trasformare quella fiammata in una fiamma duratura. Se la città saprà fare tesoro di questa esperienza, forse davvero potrà costruire qualcosa di più grande. Ma il tempo, come sempre, sarà il giudice più onesto.