Da mesi lavora per l’aggregazione di donne e uomini convinti della necessità di cambiare direzione nell’amministrazione cittadina. Alle spalle un’esperienza da assessore a Trapani, Andreana Patti intende portare le proprie competenze nella pubblica amministrazione e nel campo della programmazione comunitaria tra le stanze del Comune di Marsala. E per farlo sta riunendo intorno a sé persone diverse, accomunate da un giudizio critico nei confronti della Giunta Grillo e dal desiderio di voltare pagina.
Come procede il lavoro di costruzione di questo nuovo progetto per la città?
L’ascolto reale e il dialogo con i cittadini sulle esigenze e preoccupazioni riguardanti il futuro di Marsala nonché il malcontento sulla gestione dell’Amministrazione comunale di questi ultimi cinque anni sono alla base di ogni valutazione e scelta circa la costruzione di un nuovo progetto civico di rinnovamento politico con soluzioni adeguate. Rigenerare un territorio significa prima di tutto scardinare disservizi in cui si annidano sacche di potere che alimentano il consenso. Investire significa avere fiducia e sostenere idee innovative capaci di proiettare questa Città nel XXIsecolo. Sognare una città che faccia da richiamo ai giovani che non vedono alternative al trasferirsi per studiare e lavorare fuori da Marsala, significa non arrendersi alla frustrazione dell’arretratezza.Per fare questo occorrono idee chiare e valori condivisi nonché mettersi in relazione con le forze politiche che si pongono in discontinuità rispetto all’attuale Amministrazione. Il progetto civico, dunque, che ci accingiamo a portare avanti prevede una coalizione che non sia fatta di opportunisti, ma che sappia guardare lontano, capace di mettere insieme diverse sensibilità per l’obiettivo comune di tirare fuori la città da questa situazione di stagnazione culturale e sociale.
Quali sono i punti centrali su cui dovrebbe concentrarsi il suo programma di governo?
Occorre un programma chiaro, che definisca non solo gli obiettivi per la crescita sociale ed economica di Marsala, ma – sopratutto – ne individui le modalità di realizzazione e le risorse da destinare. La giustizia sociale, che realizza l’obiettivo di una società in cui ogni individuo vede i propri diritti riconosciuti e protetti, è alla base di ogni ragionamento politico e amministrativo. La trasparenza dell’azione e una squadra solida e competente sono certamente le chiavi per il cambiamento. Fra le priorità immagino un programma che valorizzi tutte le potenzialità paesaggistiche e produttive di Marsala, che sostenga gli agricoltori del nostro territorio, realizzi infrastrutture strategiche, sia al fianco dell’imprenditoria sana che produce lavoro e ricchezza, sviluppi strategie positive di rilancio degli attrattori turistici e culturali nonché individui soluzioni per i problemi derivanti dai cambiamenti climatici. Una Marsala più verde e con una mobilità urbana multimodale e sostenibile, più inclusiva, che attui strategie di sviluppo adeguate al suo contesto territoriale fatto di contrade per le quali manca una visione urbanistica.
Immagina un campo progressista che guarda al civismo o un progetto civico che guarda all’area progressista?
Il vero progressismo è avvicinare le istituzioni ai cittadini, se le Amministrazioni falliscono questo obiettivo, il risultato sarà di aver gestito solo potere. Il progetto civico su cui stiamo ragionando parte da questo presupposto essenziale: il Comune è al servizio dei cittadini marsalesi e deve rendere trasparenti e accessibili le prestazioni a loro dedicate. La qualità della vita dei cittadini è alla base di qualsiasi proposta e declinare questo principio significa confrontarsi e sviluppare un programma insieme a tutti quelli che pensano che una Marsala diversa sia possibile. Politica e civismo devono costruire un progetto alternativo a questo governo cittadino. Chiederò ai partiti politici, ai movimenti ed alle associazioni, che si sono opposti all’attuale amministrazione, di aprire un tavolo permanente di confronto che costruisca il programma di governo della città e le regole che la coalizione, ampia ed inclusiva, si dovrà dare per essere credibile e riportare all’impegno civile le donne, i giovani, esponenti delle categorie produttive e tutti quanti vorranno impegnarsi per evitare il declino della nostra città. Un tavolo di confronto che sia attivo non solo nella fase delle elezioni ma che sia strumento attivo per l’attuazione del programma di governo cittadino.
Che tipo di squadra immagina al suo fianco?
Occorrono esperienza, competenza e innovazione che portino a sperimentare un nuovo modo di fare politica e di amministrare. Immagino una squadra di governo cittadino che conosca bene iproblemi e le caratteristiche reali della propria città e rimetta al centro la “buona amministrazione” fatta di decisioni che guardano all’interesse pubblico e non al consenso elettorale. Sono certa che l’entusiasmo e la competenza possano portare al rilancio di Marsala e con essa dell’intero territorio provinciale.
Molti osservatori notano come Marsala sia diventata, negli ultimi anni, un posto in cui i giovani fanno sempre più fatica a immaginare il proprio futuro. Ritiene possibile invertire questa tendenza?
Ritengo che i giovani abbiano il diritto di pretendere soluzioni serie e realizzabili per rimanere ed investire il proprio futuro nella città di Marsala. Per fare questo occorre creare le condizioni per individuare nuove opportunità di lavoro e usare il linguaggio dei giovani, quindi aprirsi anche alle nuove tecnologie che possono essere volano – con una formazione adeguata e altamente specialistica – di crescita. Esistono esempi virtuosi, replicabili nella nostra città che implicano un’apertura amministrativa che solo la politica può intraprendere e condurre verso una sperimentazione che porti alla crescita culturale e sociale di Marsala. Fin qui abbiamo assistito ad un’emorragia di trasferimenti che ha impoverito economicamente le famiglie e la città delle sue più belle intelligenze. Molti giovani, andati via già da tempo e che hanno trovato lavoro all’estero o nel nord Italia, sono pronti a mettere a disposizione le loro esperienze per amore della città che rimpiangono di non poter abitare. Questa tendenza si deve invertire…e bisogna farlo presto.
L’amministrazione Grillo è in carica da 4 anni e mezzo. Qual è il suo giudizio sul suo operato?
E’ evidente che questa Amministrazione ha agito rincorrendo l’emergenza senza alcun approccio organico di visione e sviluppo della città. Alcuni confondono i progetti di riqualificazione con la“visione strategica” ossia la proiezione nel futuro di Marsala: niente di più sbagliato. La mancanza di sicurezza, lo sviluppo dei servizi turistici, l’infrastruttura portuale, la regolamentazione di intere aree della città, la mancata riconversione di alcune infrastrutture pubbliche, la situazione di degrado delle aree cimiteriali, l’inefficiente servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, le condizioni inadeguate delle strade, la mancanza di illuminazione pubblica, l’abbandono culturale e sociale delle periferie, il diffondersi del fenomeno delle dipendenze da sostanze stupefacenti non solo tra i giovani, sono solo alcuni dei temi che andrebbero affrontati rispetto ad una programmazione puntuale e decisa. Ci sono temi e pezzi di territorio che non sono rientrati minimamente nella programmazione comunale, non rappresentando un reale interesse per questa Amministrazione. L’avere portato a termine – e non proprio bene – alcune opere del centro città, sotto le scadenze imposte dalle rappresentazioni pasquali e del raduno nazionale dei bersaglieri, non fa altro che attestare che il cambiamento era possibile, ma non si é voluto attuare in questi anni.
Lei si è occupata molto di finanziamenti europei e programmazione comunitaria. Ritiene che Marsala, fin qui, abbia colto le opportunità offerte dal PNRR?
Il Comune di Marsala ha uno staff di programmazione comunitaria ben strutturato ma le potenzialità che ogni giorno i vari fondi della politica di coesione mettono a disposizione dei beneficiari pubblici imporrebbe consapevoli decisioni politiche in linea con le scelte programmate e confrontate con i propri cittadini. Non so di preciso quanti finanziamenti abbia perso il Comune di Marsala, so per certo che sui numerosi bandi in uscita non si sa che interventi progettuali sono stati presentati. Le nuove teorie sulla buona Amministrazione portano tutte verso il coinvolgimento dei propri cittadini alle scelte degli interventi per cui vengono richiesti i finanziamenti comunitari, statali e regionali. Inserire un progetto all’interno di un finanziamento comunitario significa poterne prevedere approssimativamente i tempi di realizzazione come per il progetto di riqualificazione ed efficientamento della piscina comunale che è stato presentato tante volte come di imminente definizione, mentre risulta ancora nella lista della programmazione territoriale per un importo di oltre 3 milioni di euro. Che fine hanno fatto i finanziamenti tanto pubblicizzati che avrebbero dovuto già portare all’apertura dell’impianto? Rincorrere un finanziamento è sempre sbagliato, perché i tempi di partecipazione sono spesso inconciliabili con la progettazione che ne sta alla base. Pertanto, occorre intervenire sui processi di elaborazione di strategie territoriali stimolando lo snellimento delle procedure che assegnano risorse di tipo diretto. Inoltre, nelle nostre contrade non arriva quasi niente delle iniziative tranne che per la realizzazione dell’ippodromo. Il silenzio della politica su questi temi e non solo su questi, è davvero il vulnus della questione sui finanziamenti.