Tra Marsala e Misiliscemi esiste un lembo di terra che continua a pagare il prezzo dell’indifferenza: Marausa-Birgi Sottano. Un luogo dalla bellezza mozzafiato, con il suo mare limpido e le distese di costa che parlano di Sicilia autentica, oggi è diventato il simbolo di un degrado che sembra non avere fine. Questa è da sempre una terra “di mezzo”, divisa tra amministrazioni, responsabilità e competenze: una zona dove strade dissestate, illuminazione assente o precaria, e servizi a singhiozzo raccontano la storia di un territorio abbandonato. Non a caso, Marausa – escluso il lido – non fa più parte del comune di Trapani, ma è stata assorbita da Misiliscemi, nuovo ente comunale nato nel 2021. Nel frattempo, i rifiuti si accumulano ovunque: plastica, ingombranti, scarti edili, elettrodomestici abbandonati, interi micro-discariche che nascono e crescono indisturbate ai bordi delle strade, nei campi. A fare da sfondo a tutto questo c’è il mare, ancora incantevole, ma sempre più circondato da una cornice di degrado. Uno scempio che si rinnova ogni giorno, sotto gli occhi stanchi e arrabbiati degli abitanti.


I cittadini sono esasperati, stanchi di vivere in una zona dimenticata, stanchi di denunciare senza vedere cambiamenti concreti. Le bonifiche sono sporadiche e insufficienti, i controlli pressoché inesistenti. A dominare la scena è l’inciviltà di pochi e la complice assenza delle istituzioni. La rabbia cresce, ma anche la rassegnazione. Perché a Marausa-Birgi Sottano, l’abbandono sembra essere diventato la norma. Un marchio di fabbrica che accompagna il territorio da troppo tempo, come se l’essere “terra di confine” significasse non appartenere davvero a nessuno. È tempo che qualcosa cambi. Che le istituzioni, vecchie e nuove, si assumano le proprie responsabilità. Che vengano avviati veri controlli, puniti gli incivili e bonificati i luoghi. Perché questa terra merita rispetto. E perché chi ci vive, chi ama davvero Marausa, ha diritto a un futuro diverso, pulito e dignitoso.