Favignana dice no al resort: “Lo Stornello è salvo”

Carmela Barbara

Favignana dice no al resort: “Lo Stornello è salvo”

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martedì 06 Maggio 2025 - 06:00

C’è un’isola che ha saputo difendersi, un pezzo di terra fragile e bellissimo che ha trovato nei suoi cittadini i suoi migliori custodi. A Favignana, davanti alla minaccia di una nuova struttura turistica nello Stornello, è nato un movimento spontaneo fatto di amore, coraggio e determinazione. Il comitato “Salviamo lo Stornello” ha trasformato l’indignazione in azione, salvando un patrimonio naturale unico. Monica Modica, una delle sue voci più appassionate, ci racconta come la forza della comunità ha vinto contro la speculazione.

Quali sono stati i principali fattori che hanno portato alla bocciatura del progetto da parte della Struttura di Missione ZES? Può illustrarci il ruolo del comitato in questo processo?

Il progetto di una nuova struttura turistica nell’area dello Stornello, una delle zone paesaggistiche e naturalistiche più importanti di Favignana, presentava un forte rischio per il territorio e la comunità. Quando si è venuto a sapere della vendita a una società privata di un lotto di quasi 200.000 mq, composto da 3 particelle, una delle quali, la più vasta, sottoposta a vincoli naturalistici e paesaggistici, si è immediatamente compreso che questa operazione poteva costituire un precedente importante e che la salvaguardia di questa porzione di territorio avrebbe potuto essere un esempio virtuoso per l’intero arcipelago. È stato quindi costituito il Comitato “Salviamo lo Stornello” che si è immediatamente attivato. In primo luogo, è stato chiesto all’Amministrazione e al Consiglio di redigere un regolamento comunale – come previsto per legge – per normare, attraverso precisi vincoli, lo spostamento di cubature fra particelle omogenee nelle zone agricole. Il Comitato ha seguito puntualmente l’iter del progetto, attraverso interlocuzioni e incontri con gli uffici comunali e regionali. Allo stesso tempo ha avviato un’ampia azione di sensibilizzazione e informazione della cittadinanza, attraverso giornali, televisioni e social. La Struttura di Missione ZES ad oggi non ha potere decisionale autonomo ma è un facilitatore per le società che fanno impresa nel chiedere pareri agli uffici preposti (enti locali, soprintendenza e assessorati regionali) e dà l’opportunità di accedere al credito d’imposta.Dovevamo evitare che il progetto passasse con il silenzio assenso, come purtroppo spesso accade. Grazie alla pressione mediatica, tutti gli enti chiamati a esprimere parere hanno risposto negativamente applicando le norme previste.

In che modo la costruzione della residenza turistico-alberghiera avrebbe potuto compromettere l’area dello Stornello? Quali specifici rischi ambientali erano stati identificati?

Il progetto prevedeva la realizzazione di un albergo di vaste proporzioni e di diverse unità indipendenti di circa 70/80 mq ciascuna, con corsi d’acqua artificiali e piscine e un camminamento con terrazzamenti fino al mare. Basta già questa elencazione per comprendere la portata dell’intervento. Un’opera che, se realizzata, avrebbe gravemente compromesso il già fragile sistema naturalistico e faunistico dello Stornello. Un’area di grande rilevanza e importanza come è emerso dagli studi condotti dai ricercatori dell’Università di Ginevra guidati dal prof. Moscariello, in collaborazione con l’Università di Palermo. Lo Stornello è un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, un luogo che offre spunti preziosi per comprendere la storia geologica e ambientale della Sicilia e del Mediterraneo. Questi studi hanno evidenziato l’importanza di preservare l’equilibrio ecologico e paesaggistico dell’isola, che rischia di essere compromesso in modo irreversibile da interventi speculativi, siano essi a lungo o breve termine. Lo Stornello, infatti, non è solo una zona di valore paesaggistico e naturalistico straordinario, ma anche un’area cruciale per la ricarica della falda acquifera e l’approvvigionamento delle risorse idriche della parte occidentale dell’isola.

Quali sono stati i momenti chiave e le azioni decisive che hanno segnato la battaglia del comitato contro la realizzazione della RTA? C’è stato un punto di svolta che ha fatto sperare davvero nella vittoria?

La campagna di sensibilizzazione mediatica è stata determinante. Inizialmente eravamo in pochi, ma presto tutti hanno compreso l’importanza dell’iniziativa mobilitandosi a difesa dello Stornello. Decisivi sono stati anche l’interlocuzione e il pressing nei confronti degli Enti chiamati a esprimere pareri, in assenza dei quali il progetto sarebbe andato avanti. Il punto di svolta è stato l’incontro con dirigenti e funzionari della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali. Il Comitato, già in possesso del parere negativo dell’ufficio comunale SUAP, ha illustrato i gravi rischi per il territorio e per l’intera isola. Un’attività precisa, costante, che ci ha consentito di raggiungere il risultato prefissato.

Il Comitato ha ricevuto supporto da parte di istituzioni o figure politiche locali? Se sì, come si è concretizzato questo sostegno?

Sin dal primo giorno abbiamo lanciato un appello a tutte le Istituzioni, affinché la politica e gli Enti pubblici si mobilitassero per tutelare l’area dello Stornello. All’inizio hanno risposto soltanto il Movimento 5 Stelle e il consigliere comunale Francesco Sammartano. Dopo alcuni mesi, a seguito della nostra costante e attiva campagna di informazione, si sono mobilitati anche altri consiglieri comunali ed è stata convocata una seduta straordinaria per affrontare la questione e ascoltare il parere del Comitato. In quella sede tutti si sono dichiarati pronti a sposare la causa. Ma, per dovere di verità, bisogna dire che nessuno si è successivamente reso parte attiva perché la conferenza di servizi asincrona, che era in atto, si svolgesse in modo compiuto raccogliendo tutti i pareri necessari. Inoltre non è stata portata avanti la richiesta di adozione di un atto di indirizzo affinché il Comune redigesse il Regolamento sullo spostamento di cubatura da lotti confinanti e omogenei (per destinazione d’uso e vincoli paesaggistici, naturalistici e ambientali). Strumento fondamentale perché gli uffici comunali possano lavorare con serenità e chiarezza giuridica.

Con la vittoria ottenuta e l’obiettivo raggiunto, il comitato “Salviamo lo Stornello” ha di fatto concluso il suo mandato. Che eredità lascia questa esperienza alla comunità di Favignana e cosa spera rimanga, al di là della fine del percorso del comitato?

Questa battaglia ha dimostrato che, se si agisce su temi specifici e chiaramente esposti, il territorio risponde, si aggrega e diventa protagonista. Credo che questa sia l’eredità più importante. Come ho sempre detto, “da soli si fa prima, ma insieme si va lontano”. Il Comitato non si fermerà, manterremo alta l’attenzione su ciò che sta avvenendo su tutto il territorio delle Egadi. Questo è solo l’inizio.

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