Il fenomeno della violenza nelle città continua a generare nuovi episodi che alimentano l’apprensione e l’allarme delle comunità del territorio. Uno degli ultimi episodi si è verificato a Mazara del Vallo, venerdì, in tarda serata, nella centralissima via Garibaldi, nel cosiddetto “salotto della città”.
Sulla vicenda interviene don Antonino Favata, direttore dell’ufficio per la pastorale della salute della Diocesi di Mazara e cappellano del Presidio Ospedaliero “Abele Ajello”: “Bande di ragazzini e di adulti, ormai troppe in città, che terrorizzano, soprattutto nel fine settimana, giovani e meno giovani. Ragazzini ed adulti pronti a provocare, ad innescare liti, per poi accanirsi sui malcapitati con estrema violenza, senza mostrare nessuna pietà, nessuna umanità. Ragazzini ed adulti che si muovono in piccoli gruppi, non da soli, e che, in un batter d’occhio, sanno coalizzarsi e diventano un branco feroce e pericolosissimo! Colpire senza fermarsi, ferire a sangue, fino a sfigurare il malcapitato. Questi sono i valori, o meglio i disvalori, della loro misera vita! In questo modo si sentono onnipotenti! Vite ormai rovinate ed insensate, putride e marce, disposte, a qualunque costo, a rovinare le vite degli altri, senza una logica, una ragione o una motivazione, ma solo per puro irragionevole divertimento. Ragazzini ed adulti che hanno fatto della violenza, della sopraffazione, del sopruso la legge della loro vita! Senza questi comportamenti, incivili ed inumani, le loro vite sono inconsistenti, inutili, senza considerazione. Di edificante ed utile, questi soggetti, per loro e per la società, non sanno fare nulla! Sono vite senza senso! Sono vite rovinate!”.
Don Antonino Favata prosegue evidenziando che si tratta di “gente è ben conosciuta da chi di competenza; eppure continuano a muoversi e ad agire con estrema libertà! Impuniti! Quanta tristezza! E quanta paura! Una paura sociale che chiama in causa genitori, educatori, scuola, chiesa, mondo dello sport e soprattutto gli amministratori della nostra città e tutti coloro che, per competenza, devono tutelarci e devono vigilare sul quieto vivere di tutti”.
Don Favata invita a non minimizzare questi episodi, considerandoli semplici bravate: “bisogna alzare la voce all’unisono, condannando apertamente simili comportamenti criminali e delinquenziali che turbano nel profondo il quieto vivere della e nella nostra città”.
“Insieme alla condanna di tutti, questi soggetti poi vanno identificati e perseguiti dalla legge: le mele marce devono essere isolate, e, se possibile, rieducate! A partire dal proporre innanzitutto modelli e contesti familiari e sociali sani, dove l’amore e il rispetto strutturano la personalità, affinano e nutrono il pensiero e la mente, motivano le scelte quotidiane e creano relazioni serene ed edificanti. Dinanzi a questi episodi tutti ci sentiamo sconfitti, falliti. Tutti siamo chiamati in causa. Tutti dobbiamo mettere in campo le migliori energie per educare, formare al rispetto degli altri e del vivere sociale, assicurare un’adeguata istruzione scolastica. Tutti dobbiamo saper cogliere in anticipo i sintomi di malessere espressi o latenti che diventano, sotto gli occhi di tutti, campanelli di allarme, ovvero potenziale di male, da prendere in seria considerazione”.
Conclude il direttore dell’ufficio per la pastorale della salute della Diocesi di Mazara: “Auguro a chi attualmente è ricoverato al presidio ospedaliero di Marsala una pronta guarigione e un ritorno sereno nella sua famiglia. Auguro anche a Salvino Calafato, vittima anche lui di un’aggressione martedì scorso, una pronta guarigione. Questi episodi hanno riportato alla mia mente la triste e vile aggressione avvenuta sempre a Mazara sabato 14 settembre 2019 e che ha avuto come vittime, di un balordo e pericoloso branco di delinquenti, me e mio fratello Filippo”.