‘L’anema e core’ di Serena Brancale è papà Agostino, ex calciatore del Marsala 1912

redazione

‘L’anema e core’ di Serena Brancale è papà Agostino, ex calciatore del Marsala 1912

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mercoledì 05 Marzo 2025 - 16:30

Dopo una vita dedicata al jazz e al soul, la nuova vita musicale di Serena Brancale porta al successo la sua ‘pugliesità’ con brani come “Baccalà” e “LA zia” e l’ultimo “Anema e core” portato sul palco dell’ultimo Festival di Sanremo. La sua grinta e la passione per la musica viene dai genitori, dalla mamma musicista, Fabrizia Ieluzzi, di origine venezuelane – venuta a mancare nel 2020 – e da papà Agostino Brancale che si innamorarono ascoltando le cassette di Pino Daniele, stabilendosi poi a Valenzano, in Provincia di Bari. Sia Serena, nata a Bari nel 1989 sia la sorella Nicole hanno studiando al Conservatorio Piccinini del capoluogo pugliese. Papà Agostino continua a essere il massimo sostenitore della figlia. Ma chi è Agostino Brancale?

Agostino Brancale

Nato il 28 marzo 1959 a Carbonara di Bari, in Puglia, Brancale ha avuto una carriera nel calcio. Come difensore centrale ha militato in diverse squadre, giocando nelle serie minori del calcio professionista, in particolare è sceso in campo nel Campionato di Serie C1 e di Serie C2. Nel corso della sua attività come calciatore professionista, durante gli anni ’80, ha indossato anche la maglia del Marsala Calcio ed ancora oggi i tifosi lo ricordano nelle stagioni alla fine degli anni ’70. Poi indossò anche le casacche di Juve Stabia, Società Sportiva Monopoli 1966 e Salernitana. Nel suo ruolo di terzino fluidificante ha segnando qualche rete: in totale ha fatto 12 gol nel periodo compreso tra il 1977 e il 1988. Si è ritirato dal calcio giocato il primo luglio 1988, dopo aver militato nella SSC Campania, l’ultima squadra in cui ha giocato.

In un’intervista, Brancale dichiarò, ricordando Mister Carletto Mazzone: “Dopo essermi messo in mostra con il Marsala, andai nel Catanzaro di Carletto Mazzone. Ero in stanza con il grande Vito Chimenti. Prima che iniziasse il campionato ebbi modo di tornare a Bari per un paio di giorni, ma siccome volevo stare il più a lungo possibile con Maria, che poi sarebbe diventata mia moglie, rientrai in ritardo. Mazzone non mi perdonò. L’esperienza a Catanzaro si chiuse prima ancora di iniziare. Ho sbagliato per amore, non ho rimpianti”.

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