Categorie: AperturaGiudiziariaTrapani

Processo al vescovo Miccichè: assolto per un prelievo sospetto, scatta la prescrizione per i fatti precedenti al 2012

I giudici del tribunale di Trapani, presieduti da Franco Messina, hanno dichiarato prescritta l’accusa di peculato nei confronti di Francesco Miccichè che per un’altra ipotesi relativa allo stesso reato è stato invece assolto. Si conclude così il processo di primo grado in cui era imputato l’ex vescovo di Trapani, nei cui confronti il pubblico ministero Sara Morri aveva chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi. Secondo l’accusa il vescovo avrebbe fatto dirottare più di 400mila euro dell’8 per mille della Chiesa Cattolica in un conto corrente della Diocesi, a cui accedeva senza la necessità di rendicontazione. Gli episodi contestati coprono un periodo che va dal 2007 al 2012. Nel 2019 i pm avevano chiesto il rinvio a giudizio perché il Vescovo di Trapani avrebbe sottratto questi fondi, mettendo “in atto un disegno criminoso con una serie di azioni realizzate in tempi diversi”. Le indagini erano state condotte dalla guardia di finanza che aveva aperto il “Caso Curia”.

La vicenda ha scosso anche i vertici del Vaticano: Papa Ratzinger dispose un’ispezione inviando l’ex vescovo di Mazara Domenico Mogavero in veste di visitatore apostolico. Alla luce delle indagini condotte dalla guardia di finanza e delle risultanze dell’ispezione, Papa Benedetto deciso di disporre la rimozione di Miccichè.

I giudici del Tribunale di Trapani, presidente giudice Franco Messina, a latere giudici Roberta Nodari e Chiara Badalucco, dopo un paio di ore di camera di consiglio sono usciti con una pronuncia di assoluzione, per non aver commesso il fatto, relativamente a un prelievo di 2 mila euro dell’aprile 2012, e con una pronuncia di prescrizione per il resto dei fatti contestati, a ritroso sino al 2007. Tra 90 giorni i giudici depositeranno le motivazioni della sentenza.

“Siamo soddisfatti perché è stato dimostrato che il vescovo Micciché non si è appropriato di denaro”, spiega l’avvocato Mario Caputo che guidava il collegio difensivo assieme ai colleghi Francesco Troia e Nicola Mocera. Per le vicende più datate, tuttavia, è intervenuta la prescrizione. “Valuteremo se rinunciarvi dopo avere letto le motivazioni”, afferma Caputo. La Diocesi di Trapani si era costituita parte civile nel procedimento giudiziario.

redazione

Condividi