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Questi chi sono?

L’imbarbarimento del clima politico a Trapani, vi confesso, mi preoccupa più di un po’. La normale dialettica politica tra alcuni esponenti della maggioranza e altri dell’opposizione sta di gran lunga travalicando i limiti della decenza e questo non va per niente bene. L’ultimo caso in ordine cronologico, ma sospetto che non sarà affatto ultimo, riguarda il prolungamento della tassa di soggiorno per i turisti in bassa stagione nelle strutture ricettive del Comune di Trapani. L’amministrazione ha pensato di prolungarlo anche nei mesi meno attrattivi per il mare, il sole e la bella stagione. E ha portato la proposta in Consiglio. Giusto? Non lo so ma ci può stare. Funziona così nella maggior parte delle città a vocazione turistica più o meno rinomate del trapanese, della Sicilia e del resto mondo civile. Sbagliato? Può essere, ci sta anche questo. In un normale contesto civile e democratico si discute, si litiga, ci si accapiglia financo, dialetticamente parlando s’intende.

Le offese personali, invece, sono tutt’altra cosa. Ognuno cerca e prova a sostenere la sua tesi, ognuno si batte e difende le sue verità: si chiama democrazia. E fin quando il dibattito rimane nel perimetro della civiltà e della giusta misura, va tutto bene. Quando una discussione del genere viene calata in uno scenario istituzionale, tipo un Consiglio comunale, un’aula parlamentare, o un’area istituzionale che dir si voglia, il ‘crisma’ del rispetto prima che del buon senso e della buona educazione, dovrebbe naturalmente dettare la via maestra. Negli ultimi giorni, tra gli scranni di palazzo Cavarretta invece, abbiamo assistito a una sorta di guerriglia più o meno armata tra alcuni di destra e altri di sinistra, tra fascisti e comunisti, a tratti addirittura a parti invertite (ammesso che esistano ancora), da fare arricciare le carni. Chi sono i comunisti? E chi i fascisti? Boh! Ma poi perché? Siamo ancora fermi a questo? A quanto pare, sì. Ma io, che qualche nottata in streaming a seguire questo osceno balletto l’ho passata, penso altro. Penso che il riguardo per le istituzioni nell’anno del signore 2024 sia dovuto e sacrosanto.

E’ stato un percorso doloroso, a tratti insidioso, spesso pericoloso. Penso che ognuno debba avere il diritto di dire la sua senza però offendere gli altri e senza di contro sentirsi offeso. Penso che, se una cosa ci ha insegnato la storia, è che esacerbare gli animi e avvelenare i pozzi, è sempre risultata una reazione ignorante e mortificante. Non solo per i ‘nemici’ ma per l’intero universo del genere umano. Nemici? Amici? Qui al massimo dovremmo parlare di avversari politici. Destra, sinistra, centro, collaterali? Come vi pare, poco importa. Non si può incitare a puntare un mirino dritto alla testa di qualcuno o qualcosa, perché poi alla fine qualcuno il grilletto finirà per tirarlo davvero. Per sbaglio, per rabbia, per partito preso. E poi che facciamo? Ci addoloriamo, ci indigniamo e poi inevitabilmente cerchiamo di prendere le distanze da una follia che, giuriamo e spergiuriamo, mai e poi mai avremmo voluto provocare. E’ invece è successo: abbiamo alzato i toni, abbiamo provocato e incalzato gli animi fino all’esasperazione, puntando il raggio rosso contro la normale e civile dialettica politica. Contro l’educazione e il rispetto per gli avversari.

Nessuno ha ancora veramente sparato, non ancora almeno, e spero che nessuno lo faccia mai! Ma il clima che si respira in Consiglio comunale a Trapani è davvero pesante e sta travalicando i limiti della decenza, prima ancora che della naturale umanità. Certo non tutti agitano le acque e urlano alla luna. La stragrande maggioranza dei componenti il Consiglio comunale fa il suo, lavora e studia gli atti per rendere il giusto servizio alla collettività. Così come gran parte dell’amministrazione in carica. Ma i toni di alcuni rischiano di inficiare il lavoro dell’intero arco costituzionale, producendo nei più un effetto collaterale nocivo e deleterio: l’allontanamento dalla politica e il conseguente impoverimento delle Istituzioni. Avete presente il cartello affisso fuori da alcuni locali: “Per colpa di qualcuno non si fa più credito a nessuno?”. Di questo parlo. Sullo sfondo i cittadini, inebetiti dai social che ormai pare siano diventati la nostra novella Bibbia, che ascoltano ora l’uno ora l’altro senza in realtà riuscire cogliere l’essenza delle cose. Chi sta con chi, chi sta contro di chi, hanno tutti ragione! O anche no! Boh! In ogni caso, io mi faccio i fatti miei e col cavolo che la prossima volta vado a votare per questi! Ecco: questi. Ma questi chi?

Carmela Barbara

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