La preoccupazione cresce tra le famiglie marsalesi riguardo al servizio mensa offerto nelle scuole a tempo pieno. Mentre in alcune strutture, specialmente nel versante Sud della città, non emergono particolari problematiche, altre scuole registrano segnalazioni allarmanti. Nonostante la presenza di cucine interne, le lamentele su porzioni irrisorie e qualità discutibile del cibo si moltiplicano. Nei giorni scorsi, la questione ha sollevato un acceso dibattito, con tanto di fotografie che documentano piatti tristemente vuoti: una polpetta e mezza accompagnata da due patate e, come frutta, mezza mela. I genitori del plesso “Piazza” dell’Istituto Comprensivo Mazzini-Cavour sono sul piede di guerra, denunciando una situazione inaccettabile. A soli pochi giorni dall’avvio del servizio mensa, iniziato con ritardo a causa di un ricorso legale, le critiche sono già numerose. Le mamme lamentano un calo drastico della qualità dei pasti, insufficienti sia dal punto di vista nutrizionale che quantitativo.
“I bambini sono spesso affamati dopo i pasti”, riferiscono, evidenziando la mancanza di alternative come la possibilità di avere “pasta bianca” o il bis di pasta. Le famiglie chiedono una revisione urgente del servizio e avanzano proposte concrete: migliorare la qualità e la varietà degli alimenti, garantire quantità adeguate per soddisfare i bisogni energetici dei bambini e instaurare un dialogo regolare con genitori e insegnanti per raccogliere feedback e correggere le criticità. In una giornata tipo abbiamo riscontrato, parlando con quanti sono interessati – genitori, alunni, insegnanti – non solo delle problematiche ma anche delle diversificazioni tra una scuola e l’altra, come dicevamo, e a fronte, lo ricordiamo, di un’uguale retta. Nei giorni scorsi in alcune scuole è stato distribuito un piccolo frutto, mentre in altre la frutta è arrivata preconfezionata e frullata.
Un’altra questione molto delicata che ci viene sollevata soprattutto dai genitori, è quella relativa ai residui di cibo, soprattutto pane e frutta, che fino allo scorso anno i bambini che non ne usufruivano, potevamo portarli a casa. Adesso devono lasciare tutto in mensa a scuola. “Io il pasto – ci ha detto un genitore – lo pago per intero e se mia figlia non lo consuma è giusto che adeguatamente conservato possa portarlo con sè, come del resto accadeva un anno fa”. L’esempio che ci viene fornito da altre famiglie, è quello relativo alla pizza consumata nei locali mensa: “Chissà a quanti sarà capitato di mangiare solo una parte della pizza acquistata e poi di portare a casa la rimanenza”, dicono ancora. Un altro aspetto che ci viene segnalato e che ci sembra opportuno sottolineare affinchè chi di competenza possa controllare, è quello dei bicchieri di plastica che arrivano al tavolo della somministrazione, non preincartati: “La mia bambina e alcuni suoi compagni – ci dice un’altra testimonianza – ci dicono che i bicchieri di plastica emanano un cattivo odore come se fossero già stati usati, magari dai bimbi del turno precedente”.
Anche il Movimento Popolare Arcobaleno, tramite il presidente Sebastiano Grasso, si unisce alla protesta. L’associazione richiama la manifestazione organizzata nel settembre 2023, denunciando l’inefficacia dell’Amministrazione comunale. “Sembra che per il servizio mensa il tempo non sia mai trascorso”, afferma Grasso, sottolineando l’aumento delle rette in contrapposizione alla scarsa qualità e quantità dei pasti. “È inaccettabile che a questi bambini venga negato un servizio adeguato. Siamo pronti a tornare in piazza per chiedere il rispetto delle esigenze alimentari dei piccoli alunni”, dichiara il Movimento.
Dal canto suo, l’Amministrazione comunale minimizza le lamentele. L’assessore Francesco Marchese, dopo un sopralluogo nelle scuole, riconosce l’esistenza di alcune criticità ma le definisce “circostanziate” e legate alla fase iniziale del servizio. “Tutto risolvibile,” rassicura, facendo eco alle promesse della responsabile dell’azienda incaricata. Ma queste rassicurazioni sembrano non bastare ai genitori, che chiedono azioni immediate e concrete. Per loro, non si tratta solo di qualità del cibo ma di rispetto e attenzione verso i bisogni dei bambini, che meritano un’alimentazione sana e completa. Speriamo che il controllo avviato dall’Amministrazione comunale, che evidentemente è venuta a conoscenza di qualche disservizio in fase di partenza del servizio mensa, possa sortire gli effetti desiderati ovvero il miglioramento dello stesso. Lo scorso anno la protesta era finita dinanzi al Palazzo VII Aprile per l’aumento delle tariffe che, al di là di quanto possano riferire dal Comune lilybetano, mettendo a confronto le tabello dello scorso anno e quelle di quest’anno sono inevitabilmente aumentate.