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Feste a secco

Noi non siamo particolarmente appassionati di ricorrenze e feste varie e neppure di premi e riconoscimenti. Ne comprendiamo l’utilità (soprattutto per i riscontri economici) e non ci permettiamo di biasimare quanti sono particolarmente interessati a tali occasioni (sia di natura religiosa che laica).

Per questo, malgrado le polemiche che leggete ormai ogni giorno, il Giubileo 2025 che porterà a Roma milioni di fedeli lo guardiamo con l’interesse di chi li vedrà trasformati in turisti e, non so se ci capite, in fonte di leciti guadagni. Dalle nostre parti abbiamo registrato la nomina della città di Gibellina a Capitale dell’Arte Contemporanea per l’anno 2026. Siamo conviti che sarà un successo, così come siamo certi che il milione di euro che viene aggiudicato alla cittadina sarà ben speso. Ma restiamo anche del parere che a beneficiarne sarà più l’economia che la cultura. Siamo diventati qualunquisti? Forse, ma noi la pensiamo così e malgrado ci sforziamo di attribuire agli eventi la giusta collocazione, poi andiamo a parare sempre verso questa strada.

E il fatto che spesso siano i politici locali e regionali ad organizzare gli eventi consolida la nostra posizione. Gibellina non è tanto distante dalla città di Agrigento che è stata proclamata capitale italiana della cultura per il 2025. Dal punto di vista storico e archeologico oltre che paesaggistico la scelta è azzeccatissima. Anche qui però per noi prevarrà il sano interesse dei possessori dei B&B, delle attività di ristorazione, dei titolari dei mezzi di trasporto e via così… E’ possibile che noi ci andremo. Ma poi pensiamo a guardare la Valle dei Templi, bellissima e affascinante?Ma noi che ci siamo andati già un secolo fa in gita scolastica, dovremmo recarvici per qualche evento mirato. Proponiamo, vista che la proclamazione l’ha fatta l’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, di invitarlo magari assieme alla sua ex compagna Maria Rosaria Boccia (del resto l’ha detto lui che avevano una relazione sentimentale) sarebbe uno scoop che proietterebbe la città ancora più avanti nella definizione di capitale italiana della Cultura. Potemmo finire qui (e scusarci) ma un aspetto lo vogliamo evidenziare. La capitale della cultura con in suoi amministratori locali e con i cittadini, protesta a Palermo come a Roma perché è senza acqua potabile. Tra le promesse del governatore Schifani e gli impegni del ministero, l’indispensabile liquido arriva agli agrigentini una volta la settimana. E giù secchi e rifornimenti con autobotti. E i turisti a seguito della cultura? A secco. Non sarebbe stato opportuno affrontare il tema siccità insieme o magari prima delle visite ai templi? Proviamo a chiederlo agli agrigentini. Magari ci sbagliamo e preferiscono restare a secco.

Gaspare De Blasi

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