Un ordine del giorno sul depuratore discusso ed approvato ieri sera dal consiglio comunale di Castellammare del Golfo che attende l’impianto da oltre mezzo secolo, come sottolineato dal presidente del consiglio comunale Giuseppe Ancona e dai deputati presenti: l’assessore regionale Mimmo Turano e gli onorevoli Giuseppe Bica e Dario Safina. Presente anche il Rup, l’ingegnere Rosanna Grado che ha fornito spiegazioni tecniche riguardanti il progetto dell’impianto di depurazione, in particolare sulle scelte riguardanti l’ubicazione- poiché a causa del costone roccioso non idoneo è stato previsto uno spostamento di circa 40 metri verso contrada Cerri – e l’impatto ambientale determinato dall’altezza, con la mitigazione che dovrà essere concordata con la Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Trapani. Particolarmente attenzionate le scelte sulla viabilità nell’area.
Nell’ordine del giorno presentato dai capigruppo di maggioranza Giuseppe Norfo (E’ ora Fausto Sindaco), Brigida di Simone (Forza Italia) e di minoranza Epifanio Bonventre (Oltre), i gruppi consiliari hanno sottolineato le due criticità che la costruzione del nuovo depuratore comporta, emerse nel progetto esecutivo seguito dalla struttura commissariale: l’impianto ricade sull’attuale strada di accesso al porto e la fascia di rispetto prevista per i depuratori si sovrappone con gli edifici realizzati al servizio del porto. L’ordine del giorno è stato votato favorevolmente da 8 dei 14 consiglieri presenti. Hanno votato contro i 4 consiglieri di minoranza, il consigliere di maggioranza Rita Barone ed il presidente del consiglio comunale Giuseppe Ancona.
Nel corso della seduta i consiglieri hanno sottolineato che “occorre trovare soluzioni che coniughino la viabilità e l’aspetto paesaggistico alle esigenze delle nostre due più importanti infrastrutture (impianto di depurazione ed area portuale). In particolare ripristinando l’attuale sede viaria che attualmente verrebbe ostruita dal realizzando impianto di depurazione -hanno scritto i consiglieri nell’ordine del giorno- Altra criticità è rappresentata dalla fascia di rispetto prevista per gli impianti di depurazione che rischia di compromettere la funzionalità degli edifici esistenti all’interno dell’area portuale”. I consiglieri hanno chiesto all’amministrazione comunale di attivarsi “con tutti i soggetti coinvolti per la realizzazione di questa importantissima ed indispensabile opera, valutando l’eventuale possibilità della realizzazione dell’impianto in galleria o altro sito”. Nonché di vigilare perché l’opera “si realizzi nel più breve tempo possibile e nel rispetto di tutte le esigenze del nostro territorio in perfetta sinergia con l’ambiente, la viabilità e l’area portuale”.
Il sindaco Giuseppe Fausto nel corso del consiglio comunale ha sottolineato: «Ci siamo ritrovati in eredità un progetto con gravi criticità che- lo dico con rammarico- non sono state evidenziate in precedenza quando era opportuno intervenire nell’interesse della nostra città. Pur non condividendo la soluzione del previsto sito dell’impianto di depurazione in fossa, che fuoriesce di circa 13 metri sul livello del mare, e comprendendo che sarebbe opportuno trasferire la progettualità in galleria, questo significherebbe ricominciare tutto dall’inizio». «Il depuratore- ha detto il sindaco Giuseppe Fausto – è un’opera importantissima per la nostra città, che la attende da troppo tempo e non possiamo più permetterci di prolungare ulteriormente i tempi. Occorre risolvere le due criticità del progetto esecutivo superando il problema della viabilità e derogando sulla fascia di rispetto prevista di 100 metri così da non compromettere quanto già esistente nell’area portuale come chiediamo alla struttura commissariale ed alla deputazione regionale».
I COSTI DEL DEPURATORE
Il commissario straordinario unico per sbloccare i progetti di depurazione fermi da anni, ha a disposizione una contabilità speciale che comprende tutte le risorse, a partire dagli 1,8 miliardi della delibera Cipe n. 60 del 2012 con cui è stato finanziato, con 23 milioni e 500 mila euro, il depuratore di Castellammare (18 milioni 500 mila euro per il depuratore di Castellammare e 5 milioni di euro per il sistema fognario di Scopello) perché tra i Comuni in procedura d’infrazione comunitaria per la mancata depurazione delle acque reflue. Il progetto esecutivo adesso prevede una spesa di oltre 38 milioni di euro che per la parte aggiuntiva sono di competenza della struttura commissariale e del Ministero dell’Ambiente. La procedura d’infrazione 2009/2034 è stata aperta nei confronti dell’Italia per il mancato trattamento delle acque reflue in aree sensibili ed è già in sentenza di condanna (causa C-85/13).
Concordi nel ritenere il depuratore un’opera necessaria per Castellammare e l’intero Golfo, i deputati regionali presenti al consiglio comunale hanno espresso pareri diversi. L’assessore regionale Mimmo Turano, esponente della Lega, ha sottolineato che “la costruzione del depuratore – impianto impattante e strutturalmente corposo – nella previsione progettuale attuale ricade precisamente sulla via di accesso al porto”.
Per il deputato regionale alcamese “porto e depuratore devono camminare insieme, senza conflitti e il sito non è assolutamente idoneo per realizzarvi il depuratore” considerato anche che vi si crea “un’area di protezione dove non è possibile svolgere alcuna attività”. Occorre, trovare soluzioni alternative con un impatto visivo che non sia così stravolgente come l’attuale previsione e permettere la viabilità consona alla vocazione cittadina che non può essere inidonea per raggiungere il porto o altre aree di pregio. Occorrono alternative e fare il depuratore bene, con un impatto limitato e nel posto giusto”.
Dario Safina, deputato regionale del Pd ha indicato che “la qualità delle acque del porto è strettamente legata alla presenza del depuratore e non si può più ritardare. Dopo lungo tempo il progetto, con costo lievitato di anno in anno, è ormai praticamente cantierabile. Non si può attendere oltre: occorre completare l’iter, avviare la gara, affidare i lavori e poi se necessario approvare eventuali varianti al progetto che richiedono meno tempo rispetto a ricominciare daccapo. È facoltà delle amministrazioni pubbliche ed è fattibile tecnicamente come stabiliscono le norme sui lavori pubblici”.
Il deputato Giuseppe Bica, esponente di Fratelli d’Italia, ha sottolineato che la città “non si può permettere il lusso di perdere il finanziamento”. Occorre riguardare la progettualità e fare un tavolo tecnico veloce per comprendere l’incidenza e trovare in tempi brevi la soluzione migliore. Per eventuali varianti le modifiche non possono essere sostanziali per non bloccare l’iter progettuale ed individuare eventuali migliorie in termini di ubicazione. Inoltre, a prescindere dall’ubicazione del depuratore, occorre prevedere un’opera viaria parallela e sono disponibile ad avviare un tavolo tecnico -con tutti gli attori coinvolti- per un idoneo accesso al porto di cui Castellammare necessita per snellire l’impatto con il budello del centro storico, non compatibile con la funzionalità e la sicurezza del porto”