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Risse e violenza nelle carceri: la difficile situazione al ‘Cerulli’ di Trapani

Negli ultimi mesi, il numero di episodi di violenza e disordini all’interno delle carceri italiane è in costante aumento. Tra gli istituti penitenziari più colpiti c’è il carcere ‘Cerulli’ di Trapani, dove, nei giorni scorsi, una rissa tra detenuti ha scatenato una serie di gravi disordini. Nonostante fossero in netta inferiorità numerica, gli agenti di Polizia Penitenziaria sono riusciti a lanciare l’allarme e a richiedere rinforzi. L’intervento tempestivo del comandante di reparto, insieme ad ulteriori unità, ha riportato la situazione sotto controllo, ma due agenti sono rimasti feriti durante le operazioni di contenimento e sono stati trasportati al pronto soccorso.

Le problematiche nelle carceri italiane non si limitano alle violenze interne. Tra le preoccupazioni maggiori, emerge il crescente utilizzo di droni per introdurre illegalmente telefoni cellulari e schede SIM all’interno degli istituti. A volte anche di droga. Lo scorso settembre, ad esempio, il Questore ha emesso due fogli di via obbligatori per due cittadini campani sorpresi nel tentativo di aggirare la legge con questi dispositivi. In questo contesto, anche la Magistratura e l’Avvocatura trapanese si sono mosse a difesa dei detenuti, organizzando proteste per migliorare le condizioni all’interno delle carceri. Tra le problematiche più evidenti, la Uilpa ha evidenziato la grave carenza di personale, che costringe spesso gli agenti penitenziari a fronteggiare rivolte in rapporto di 2 contro 200. La situazione è così preoccupante che la Camera Penale di Marsala e l’associazione “Nessuno Tocchi Caino” hanno condotto mesi fa un sopralluogo al ‘Cerulli’, riscontrando carenze strutturali, la presenza di blatte, acqua contaminata e condizioni insalubri, soprattutto durante le estati roventi. La presidente di “Nessuno Tocchi Caino”, Rita Bernardini, ha denunciato durante un convegno la grave situazione di sovraffollamento delle carceri italiane, con una capienza media del 130%, che arriva al 200% in istituti come San Vittore. La questione carceraria in Italia è ormai allarmante e richiede interventi urgenti per garantire non solo la sicurezza, ma anche condizioni dignitose sia per i detenuti che per gli agenti di polizia.

redazione

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