L’ennesima spiacevole tappa della guerra in seno all’antimafia si sta consumando ai danni di Roberto Scarpinato. L’ex magistrato palermitano, per anni in prima linea nella lotta a Cosa Nostra, e adesso senatore del M5S è diventato il nuovo bersaglio della destra. Il quotidiano La Verità ha pubblicato ieri un articolo nel quale si afferma che la Procura della Repubblica di Caltanissetta, avrebbe contestato a Scarpinato di aver concordato le domande e le risposte con l’ex collega Gioacchino Natoli, in occasione di un’audizione tenutasi presso la citata Procura. In particolare, secondo il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, ci sarebbero delle intercettazioni da cui emergerebbe che i due avrebbero concordato la versione da fornire ai magistrati. “E’ radicalmente falso – ribatte Scarpinato – che la Procura di Caltanissetta mi abbia mai contestato il contenuto di conversazioni con Natoli, anche perché non vi sarebbe stato nulla da contestare. Con Natoli ho condiviso un lunghissimo percorso di lavoro di contrasto alla criminalità organizzata all’interno della magistratura che ha reso normale un costante e approfondito scambio di idee tra noi”. In questo contesto, spiega ancora Scarpinato, “dopo che nei suoi confronti dinanzi alla Commissione parlamentare Antimafia erano stati sollevati sospetti di condotte illegali, (Natoli, ndr) mi ha esternato il proprio rincrescimento per l’infondatezza delle accuse e mi ha anticipato la sua ferma volontà di essere ascoltato dalla Commissione per esporre analiticamente le sue ragioni e illustrare i documenti da lui progressivamente reperiti, che avrebbero dimostrato la regolarità della sua condotta”.
Sulla vicenda si registra l’attacco di Fratelli d’Italia, attraverso il senatore siciliano Raoul Russo: “Come Commissione dobbiamo andare avanti e fare chiarezza, lo dobbiamo agli italiani e lo dobbiamo alla famiglia Borsellino, insieme a quelle degli agenti della scorta. Il tentativo di inquinamento dell’audizione di Natoli e il coinvolgimento di Roberto Scarpinato ci affida più di una riflessione. E ci fa riflettere ancor di più sulle dichiarazioni di Lucia Borsellino e dell’avvocato Fabio Trizzino (suo marito) che in audizione avevano espresso non poche perplessità sull’attività di Natoli, allora Pubblico ministero a Palermo. L’accordo sottotraccia fra Scarpinato e Natoli, al fine di confutare le dichiarazioni di Lucia Borsellino, oggi è stato scoperto e noi come Commissione antimafia siamo decisi, per quanto di nostra competenza, a proseguire la nostra opera al fine di far luce su quanto realmente accaduto, auspicando altresì che la magistratura riesca nell’accertamento delle eventuali responsabilità di chi avrebbe dovuto agire e invece ha omesso. Roberto Scarpinato dovrebbe valutare l’ipotesi delle proprie dimissioni dalla Commissione antimafia, per l’inopportunità di partecipare al prosieguo dei lavori, visto quanto sarebbe emerso dalle indagini di Caltanissetta. Tuttavia le domande da porsi sono semplici: perché cercare di orientare il lavoro di ricerca della verità? Cosa si vuole nascondere ancora? Ma la domanda più pungente di queste ore, è proprio questa: perché i Cinquestelle tacciono?”.
La risposta dei pentastellati, in realtà, non si è fatta attendere, attraverso diverse note e dichiarazioni in cui si esprime solidarietà a Roberto Scarpinato.
“Quando la destra è in difficoltà – afferma Nuccio Di Paola – cerca di sviare l’attenzione colpendo chi fa di tutto per mandarli a casa. Ora è il caso di Roberto Scarpinato, bersaglio di un nutritissimo coro di dichiarazioni al vetriolo da parte di chi dimentica, o fa finta di dimenticare, il monumentale impegno di una vita dell’ex magistrato contro la mafia e contro il malaffare e che in Senato sta rendendo dura la vita a questo governo autore di numerose norme a dir poco discutibili. Più che impegnarsi in inutili batterie di comunicati per gonfiare notizie, peraltro già smentite da Scarpinato, i parlamentari di destra farebbero bene a dedicarsi al bene degli italiani che, a giudicare dai pessimi risultati che stanno portando a casa, è letteralmente sparito dai loro radar, ammesso che vi sia mai stato”.