Categorie: CulturaMarsalaTrapani

La Biblioteca del Museo Pepoli verrà intitolata a Vincenzo Scuderi

Sabato 5 ottobre, alle ore 17, nei locali del Museo “Agostino Pepoli”, avrà luogo l’evento “Una vita per narrare l’arte”, che prevede l’intitolazione della biblioteca del Museo a Vincenzo Scuderi, storico dell’arte trapanese, spentosi alcuni mesi fa. Intervengono la scrivente Anna Maria Parrinello, Vincenzo Abbate, Giuseppe Scuderi, Angela Morabito. 

È l’occasione per presentare al vasto pubblico la piccola e preziosa biblioteca dell’Istituto, il cui fondo librario è costituito da circa 6500 pubblicazioni tra volumi, opuscoli e riviste di argomento storico, storico-artistico, archeologico e numismatico. Le collezioni bibliografiche hanno origine grazie alle donazioni del conte Agostino Sieri Pepoli, dall’acquisizione dei volumi del conte Francesco Hernandez junior nonché a seguito di ulteriori donazioni e acquisti effettuati nel corso degli anni. Particolarmente pregevole il suo fondo antico, che include preziosi incunaboli, cinquecentine, seicentine ed atlanti illustrati. Da alcuni anni la struttura fa parte del polo SBN della provincia, che include diverse biblioteche pubbliche e private della provincia di Trapani, ragion per cui buona parte del catalogo è stato inserito nella rete telematica ed è pertanto consultabile online.

Vincenzo Scuderi, nato a Trapani nel 1923, ha dedicato la sua lunga vita allo studio, alla catalogazione, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale siciliano, con una particolare attenzione al territorio di Trapani. Laureatosi in Lettere presso l’Università degli Studi di Palermo con una tesi dedicata alla Madonna di Trapani, fu il primo studioso ad avanzare l’ipotesi attributiva dell’opera al maestro Nino Pisano, tesi poi accolta dalla storiografia successiva. Assunto al Museo Pepoli nel 1947 in qualità di salariato avventizio, poi di salariato specializzato, vi rimane sino al 1965, affiancando per circa un decennio il direttore Carlo Messina come facente funzione e assumendo la carica di direttore su pubblico concorso a partire dal 1960.

Negli anni del dopoguerra sovrintende con grande abnegazione ai lavori di consolidamento statico del Museo curati dal Genio Civile e nei primi anni ’60, affiancato dall’architetto museografo Franco Minissi, attua l’egregio lavoro di rinnovamento edilizio, riordinamento delle collezioni e riallestimento museale, conferendo al Museo la fisionomia che ancora oggi in larga parte conserva. Alla sua opera meritoria in quegli anni si devono inoltre l’istituzione di un archivio fotografico, la risistemazione della biblioteca museale nonché il riordinamento dei depositi secondo criteri scientifici. Contestualmente dirige i lavori di restauro di numerosissimi beni del patrimonio museale (ricordiamo, tra i tanti, la Pietà di Roberto di Oderisio, il Polittico del Maestro del Polittico di Trapani, la Lampada di Matteo Bavera), cui fa seguire puntualmente con costante rigore scientifico-documentario e preciso intento didattico la promozione di mostre di opere d’arte restaurate, associate alla pubblicazione di cataloghi scientifici.

A pochi mesi dall’inaugurazione del rinnovato Museo Pepoli, viene chiamato a reggere la Soprintendenza alle Gallerie ed opere d’arte della Sicilia, con sede a Palermo. In questa veste, provvede al recupero immediato, al restauro e alla restituzione ai paesi d’origine del patrimonio di opere d’arte mobili scampate al terremoto della Valle del Belice nel gennaio del 1968.A tale impegno, si affianca il restauro di opere significative del patrimonio del territorio: una rara Croce dipinta del sec. XIII della Cattedrale di Mazara del Vallo nonché la serie degli otto arazzi fiamminghi della Chiesa Madre di Marsala.

Negli anni lo studio del patrimonio artistico del territorio confluisce in pubblicazioni che rappresentano ancora oggi un punto di riferimento imprescindibile per gli studiosi. Si ricorda infine, in anni recenti,la donazione alla Biblioteca del Museo Pepoli di un fondo bibliografico includente volumi specialistici e riviste.

redazione

Condividi