Le coste della Sicilia e della Calabria si allontanano. Per tale ragione, il CNR rileva che tale aspetto potrebbe rappresentare un problema per il Ponte sullo Stretto di Messina, su cui tanto sta puntando il governo Meloni e, in particolare, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini. L’allontanamento tra i due tratti di costa sarebbe di circa un millimetro l’anno. Inevitabilmente, la notizia ha rialimentato le perplessità dei tanti che ritengono pericoloso costruire il Ponte in una zona ad elevato rischio sismico.
Immediata, tuttavia, la replica diffusa dalla società Stretto di Messina: “L’individuazione delle formazioni geologiche citate non è rilevante ai fini della fattibilità del Ponte sullo Stretto di Messina. È noto, infatti, che le coste siciliana e calabrese sono soggette ad un seppur minimo allontanamento ampiamente considerato nel progetto definitivo del 2011 e nel suo aggiornamento del 2024″. “Tra i vari aspetti di aggiornamento, grazie agli studi effettuati dal dipartimento di Scienze della Terra dell’Università La Sapienza di Roma e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), con dati provenienti dai Gnss (Global Navigation Satellite Systems) prodotti dalla rete Ring-Ingv (Rete Integrata Nazionale Gps – rete per il monitoraggio in continuo delle deformazioni del suolo), si confermano le previsioni del progetto definitivo evidenziando – viene precisato – che il movimento differenziale tra i due siti scelti per i piloni (Calabria-Sicilia) è inferiore a 1 mm/anno”.