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Ingianni: “E’ il momento di una visione nuova per Marsala”

Dopo i buoni risultati delle ultime tornate elettorali, la co-portavoce regionale di Europa Verde, Antonella Ingianni, comincia a guardare con attenzione il percorso che porterà alle amministrative del 2025, che vedranno anche Marsala al voto per l’elezione dell’amministrazione e del Consiglio comunale.

Come vi state preparando?

La centralità dei partiti è importante per dare ai cittadini l’opportunità di scegliere gli orientamenti in cui si ritrovano maggiormente e per dare configurazioni amministrative capaci di esprimere la linea politica della città. Scansare i partiti inseguendo la moda del civismo è una scorciatoia che molti cavalcano, io credo che se i partiti offrono chiarezza di intenti e coraggio nel volere un mutamento radicale, con un processo rapido e pacifico, si può stabilire un nuovo tempo per Marsala. Determinare un’atmosfera di giustizia sociale, affrontare la carenza d’acqua con i dissalatori, abbattere l’inquinamento acustico, arrestare le cementificazioni e togliere asfalti e cementi per proteggere il centro urbano e tutto il territorio, salvaguardare il paesaggio agrario, pianificare il turismo verso nuove modalità orientate in senso ecologico. Risvegliare in tutti i cittadini la passione per il libro, piantare alberi ricordandoci che i popoli piantatori di alberi sono quelli che hanno scritto la storia. Recentemente Stefano Mancuso nel suo libro “Fitopolis, la città vivente” dice: non è il piantare alberi, ma il non piantarli che cambierà il volto delle nostre città. Gli alberi sono la soluzione per rendere le nostre città più adatte a sopportare le conseguenze del riscaldamento globale. Ricoprire la città di alberi è una delle cose sagge da fare. Vorrei che il vero interesse di chi si affaccerà alla guida di Marsala fosse la polis, non la elezione o ri-elezione. Va fermato lo squallido agire dei politicanti, si deve evitare il qualunquismo e il populismo e non parlare alla pancia dei cittadini ma all’anima della città. Avere una visione della città che sia fondata su accoglienza, solidarietà, rispetto della biodiversità, recupero dei tanti beni naturalistici, archeologici e più in generale paesaggistici, pensare alla mobilità dolce e soprattutto pensare che chi amministra deve guidare l’agire dei cittadini verso il rispetto dei luoghi, il rispetto degli altri, il rispetto delle regole.

Il perimetro della coalizione è quello del centrosinistra o si può andare oltre?

Il centrosinistra è il perimetro entro cui Europa Verde si vuole muovere. Chiaramente, sarebbe importante se ci fossero gruppi socialmente impegnati, capaci di portare contributi realmente innovativi per strutturare un’amministrazione con orizzonti più larghi.

Per il candidato sindaco si passa dalle primarie?

La scelta della candidatura deve essere un momento corale dei partiti di centrosinistra, che devono avere la capacità di pensare prima alla città e poi agli interessi di parte. Devono essere capaci di scegliere concordemente la persona che ha più appeal presso i vari strati della città. Le primarie sono un esercizio di democrazia a cui si ricorre se non si è capaci di trovare una sintesi.

Europa Verde presenterà una propria lista?

Sì. La stiamo già costruendo, all’insegna della limpidezza dei possibili candidati, delle competenze diversificate e soprattutto della consapevolezza che la questione ambientale è centrale e deve essere affrontata anche a livello locale.

In queste settimane sta tenendo banco il tema del kite allo Stagnone. Qual è la sua idea a riguardo?

Argomento che gli amministratori affrontano sui social inseguendo il consenso, mentre si distrugge il genius loci dello Stagnone. E’ disonesto lasciare distruggere un luogo il cui valore ecologico è altissimo, è disonesto perché si ruba il presente, non più il futuro come si poteva dire qualche anno fa, alla vita, ai giovani, agli anziani. L’ambiente non è l’ultimo dei problemi di cui dobbiamo occuparci, è il primo. La sua difesa è la difesa della vita di ognuno di noi. Nascondere l’incapacità di comprendere il valore della natura dietro il paravento dell’economia dei soldi è insopportabile, è il tratto di chi amministra la cosa pubblica per gestire potere e non per governare il territorio. E non si pianifica, non si controlla, si concede tutto senza regole e senza rispetto. Non si può regalare un’area umida di interesse sovranazionale a chi pretende di esibire la sua presunta capacità di volare a discapito del resto della popolazione. Fare un giro in canoa, bagnarsi nelle acque dello Stagnone, ammirare i germani reali è diventato impossibile. Lo sconvolgimento del paesaggio è evidente e c’è chi ritiene che sia vantaggioso. Ma a chi? A chi abusivamente gestisce le scuole di Kite, ai b&b improvvisati, alla movida birraiola? Agli amanti del tramonto dalle auto? Se si vuole affrontare compiutamente la questione kite si deve fare riferimento alla letteratura scientifica sulla avifauna e sul sistema ecologico, ai dati economici reali, si devono valutare con procedure tecniche di alto valore tecnico gli impatti sul sistema naturale, sulla popolazione locale, sulla vita dei marsalesi. Forse è troppo tardi, sradicare qualcosa di dannoso è sempre difficile, se avessimo avuto amministratori capaci di guardare 10 cm oltre la loro poltrona, funzionari della sovrintendenza attenti, un ente gestore degno di questo nome, lo Stagnone oggi oltre a contribuire a mitigare il cambiamento climatico, catturando e immagazzinando carbonio e riducendo le conseguenze degli eventi climatici estremi, sarebbe uno scrigno di biodiversità capace anche di attrarre turismo naturalistico, di essere il luogo green per eccellenza della città. La felicità dei cittadini è un altro dei valori che chi governa il territorio dovrebbe tenere in considerazione, ammesso che abbia idea degli SDG (Sustainable Development Goals), un set di indicatori per andare “oltre il PIL”. Mi chiedo se sia mai stato fatto un monitoraggio del numero di auto che percorrono la strada con annessa pista ciclabile (probabilmente in certi momenti verrebbero fuori numeri da autostrade del nord non da aree protette), ma avere qualche dato è importante per far capire a tutti che quella strada va percorsa a piedi, se sia stato fatto un censimento dei residenti anche stagionali per trovare le migliori soluzioni di mobilità e di gestione dei rifiuti, un censimento delle scuole di kite e delle attività ricettive e di ristorazione, il calcolo delle entrate finanziarie del comune e dell’ente gestore a fronte dell’uso del territorio dello Stagnone che concedono allegramente, se sia stato fatto il calcolo dei costi ambientali, sociali, economici prodotti dalle attività che come il kite (che non è solo il volo degli aquiloni) imperversa nel cielo, nell’acqua, lungo la costa dello Stagnone.

Quest’estate ha riportato d’attualità il tema della siccità. Cosa suggerite per contenere l’emergenza che si è determinata?

Purtroppo la siccità si è aggravata in conseguenza dell’evidente cambiamento climatico, che non è un invenzione di Antonella Ingianni. C’è un organismo internazionale, l’IPCC, che lo attesta. Anche Papa Francesco, nell’ultima esortazione apostolica dice che non c’è più tempo e occorre rispettare il pianeta. Sia Papa Francesco, sia il segretario generale dell’Onu, Gutierres, dicono queste cose perchè hanno alle spalle i migliori scienziati, mentre il populismo è la negazione della scienza. La siccità non si risolve scavando nuovi pozzi, ma si deve affrontare evitando tutti gli sprechi, a tutti i livelli. Abbiamo reti pubbliche che perdono il 50% dell’acqua. Abbiamo una diga nel trapanese che alza le paratie e lascia andare l’acqua verso il mare, per un decreto firmato da Salvini. Siamo circondati dal mare e non abbiamo i dissalatori, l’acqua depurata non viene riutilizzata. Se mettiamo assieme queste e altre possibili cose avremo a disposizione maggiori risorse idriche per i cittadini e l’agricoltura.

Vincenzo Figlioli

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