Sono moltissime le grotte, marine o terrestri, più o meno grandi, più o meno percorribili, che caratterizzano i circa 19 km del perimetro dell’isola di Marettimo, la più lontana delle Egadi, che si erge elegante e possente al centro del Mediterraneo.
Grazie alla roccia calcarea di tipo carsico che caratterizza l’isola, il mare e il tempo hanno regalato all’isola l’attuale conformazione, resa ancora più interessante ed attraente proprio dalla presenza delle sue tante insenature.
La visita delle grotte più famose è al centro dell’immancabile giro dell’isola, esperienza imperdibile per ogni visitatore, grazie al quale è possibile conoscere l’isola nella sua interezza.
Ognuna di esse avrà la sua storia, la sua struttura, unica e speciale, i suoi colori. Vi stupirete per i nomi fantasiosi, coloriti, divertenti di cui racconterà chiunque vi accompagni in questo piccolo viaggio di scoperte continue.
Potrete, ad esempio, appena avvistata la volta ad arco, perfettamente disegnata, che fa da apertura alla Grotta del Cammello, ritrovarvi a guardare lo scoglio lì vicino provando a rintracciarvi il caratteristico profilo dell’animale che dà nome alla grotta.
E allo stesso modo, una volta oltrepassato l’alto ingresso della Grotta del Tuono, l’immaginazione vi porterà a sentire distintamente come questa sia in grado di amplificare le voci degli uomini e della natura.
Potrebbe piacervi ancor di più la Grotta della Pipa con la sua forma particolare: aprendosi con un’alta bocca, di circa 20 metri, permette di inoltrarsi al suo l’interno per un lungo tratto, di cento metri circa, alla fine del quale si accede ad una vasca di acqua dolce. Nei suoi pressi sono stati ritrovati anche dei reperti che fanno pensare ad una frequentazione della grotta fin dall’antichità, forse proprio per la presenza dell’acqua dolce.
Potrete allora domandarvi come sarà Grotta Perciata, una di quelle dove è possibile accedere con la barca, e del perché del suo nome tipicamente siciliano o chiedervi se in quella del Presepe riuscirete a ritrovare là in fondo, come chi le diede il nome, le figure tipiche della natività cristiana.
Ed emozionarvi infine al pensiero delle onde e dei boati che risuonano dentro la Grotta della Bombarda nei giorni di mareggiata. Se alzate la testa al suo interno, potrete vedere una stalagmite che richiama vagamente la forma del copricapo papale.
Ovunque, fondali cangianti: limpidi e cristallini o di un blu profondo, sfumature di luce e di roccia. Potenza della natura davanti alla quale non si può che rimanere incantati.