Marsala, ci scrive un nostro lettore sulla scomparsa di Vito Titone

redazione

Marsala, ci scrive un nostro lettore sulla scomparsa di Vito Titone

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lunedì 27 Maggio 2024 - 17:10

Dopo la scomparsa del professore Vito Titone, docente universitario e impegnato per anni in politica a Marsala, ci scrive un nostro lettore.

Sono molto addolorato nell’apprendere la triste notizia della scomparsa di Vito Titone. Quasi tutti gli anni della mia prima e della seconda adolescenza li ho trascorsi nella sua casa di Berbaro lungo la via nazionale. Nella bottega di generi alimentare dei suoi genitori, Marietta e Nino, dove i miei mi mandavano a fare la spesa, trovavo il calore come se fossi il loro figlio. Vito era arrivato dopo molti anni del loro matrimonio. Figlio unico, cresciuto nell’affetto più pieno e profondo, ha saputo fin da bambino dimostrare la sua vivacità e la sua precoce intelligenza. Con lui per molti anni siamo rimasti in contatto legati da un’intensa amicizia. Ho letto i suoi libri e ne apprezzavo l’importanza scientifica ed educativa. Vedevo in lui il professore universitario verso il quale nutrivo un rispetto quasi reverenziale. Quando scrissi il mio racconto autobiografico Il bracciante di Berbaro di Marsala fu lui il primo a cui avevo pensato. Sono andato a casa sua a Digerbato a portaglielo. Lo pregai di leggerlo. Non mi bastò il suo compiacimento, volli che da docente universitario e da vecchio amico giunto meritoriamente a occupare una prestigiosa cattedra, mi facesse notare gli errori che non avrei dovuto commettere. Ci siamo rivisti ancora e ogni volta aveva scritto con la matita sulle mezze pagine bianche del libro un’indicazione, una sostituzione di un vocabolo con un altro, una frase che sarebbe stato meglio non mettere e un’altra invece che sarebbe stato opportuno inserire. Alla fine gli ho chiesto se poteva darmi il libro per copiare le annotazioni. “Lo puoi tenere. Ho già tutto in mente di cosa hai scritto della nostra terra e di quello che hai saputo descrivere della nostra gente.” Adesso ho un grosso rimpianto. Quello di non aver dedicato alcune pagine della mia autobiografia alla famiglia Titone dalla quale avevo ricevuto quell’affetto incomparabile che ha contribuito a farmi crescere e a farmi arrivare fin qui”.

Filippo Piccione

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