Una pistola, una busta trasparente con delle lettere, un portadocumenti con alcuni pizzini chiuso con un elastico giallo. Sono alcuni dei tanti reperti trovati nell’ultimo covo di Matteo Messina Denaro in via Cb31, a Campobello di Mazara.
I carabinieri del Ros studiano lettere e pizzini, mentre i carabinieri del Ris hanno preso in custodia l’arma. È un revolver ‘Smith & Wesson’ calibro 38 special, completa di 5 cartucce e altre venti conservate in una borsetta di pelle. “L’arma è mia, me l’hanno portata dal Belgio e la punzonatura è stata fatta così bene che voi non potrete risalire a niente, c’era pure il cane limato…”, aveva detto il padrino ai magistrati di Palermo.
Difficile stabilire se la pistola sia stata o meno usata. Le mente va alla data – 8 ottobre 1981 – scritta con numeri romani che il padrino di Castelvetrano si era tatuato nel braccio. Potrebbe riferirsi all’affiliazione a Cosa Nostra o al battesimo da killer. “È una data per me importante”, ha raccontato l’ex latitante alle sorelle durante un colloquio in carcere dopo l’arresto.
L’8 ottobre del 1981 il capomafia aveva 19 anni e mezzo ed era il rampollo della famiglia di don Ciccio Messina Denaro. Il 9 ottobre è passato alla storia come il venerdì nero di Palermo. Furono commessi sei omicidi e Matteo Messina Denaro, così ritengono gli investigatori, potrebbe avervi partecipato.
Sotto i colpi dei killer caddero l’agricoltore Antonino Vitale; un ex autista di autobus, Agostino Calabria, il venditore ambulante Giovanni Costanza. Tutti e tre assassinati nel quartiere Brancaccio. La quarta vittima fu Calogero Misuraca, ammazzato in piazza Marina mentre usciva dal palazzo dell’Intendenza di Finanza. Salvatore Manno, elettricista incensurato, fu trovato morto vicino alla circonvallazione di Palermo. Tra Campofiorito e Bisacquino, in provincia di Palermo, fu scoperto il cadavere di Giuseppe Stabile. Il corpo dell’allevatore era in una discarica. Cosa c’è scritto nei pizzini di Messina Denaro? Ci sono tracce per decifrare il suo passato mafioso? La Procura di Palermo sta cercando di mettere a posto i pezzi, analizzando anche i pizzini trovati assieme alla pistola nel piccolo vano sotto il forno nel suo ultimo covo.