Marsala torna a mobilitarsi per la pace con una nuova iniziativa, che si terrà in piazza della Repubblica nella giornata di domenica. Tra i principali promotori di questa nuova mobilitazione c’è Salvatore Inguì, attraverso la Rete dei Numeri Pari, che comprende Libera, Amici del Terzo Mondo, Archè e Finestre sul Mondo.
Da dove nasce idea di questa nuova mobilitazione a favore della pace?
L’idea di fondo è che ci sembra di non fare mai abbastanza e di provare un grande senso di impotenza rispetto alle tristi vicende che si consumano in varie parti del mondo. Di fronte al rischio di sprofondare nella rassegnazione, abbiamo il dovere di esprimere quantomeno il nostro dissenso. Io c’ero, assieme al comitato di Marsala, quando a Comiso negli anni ’80 furono installati i missili: la gente era scettica sull’esito della mobilitazione, ma poi i missili furono tolti davvero. L’obiettivo che ci proponiamo oggi è contribuire alla costruzione di un mondo di pace, a partire dalla nostra comunità. A differenza di altre volte, per domenica proponiamo una giornata di digiuno, nel ricordo del Satyagraha di Gandhi e della non violenza. Se non siamo disponibili a fare un piccolo sacrificio, come può essere una giornata di digiuno, come possiamo pretendere di fare cose grandi? Il nostro pensiero è che un sacrificio, anche piccolo, se unito ad altri sacrifici possa generare qualcosa di benefico. Un po’ come avviene con la preghiera. La nostra sarà una preghiera laica, ma l’invito è esteso anche alle varie organizzazioni religiose. Aspettiamo in piazza tutti coloro che vorranno venire, senza la presunzione di avere la verità in tasca.
L’iniziativa di domenica segue quella di qualche mese fa, sempre in piazza della Repubblica…
Qualche mese fa abbiamo suonato, recitato, cantato…Oggi facciamo una cosa diversa e in futuro cambieremo ancora. Non si può pensare alla pace un giorno l’anno, perchè la pace è un bene comune, collettivo, che è a repentaglio in varie parti del mondo: attualmente ci sono circa una cinquantina di guerre sparse per il globo terrestre. Il pensiero alla pace e alla salvaguardia del pianeta non può essere una tantum, deve essere un’attività quotidiana. Le vogliamo provare tutte per promuovere una cultura di pace: il digiuno, il silenzio e tante altre ancora, sempre nel segno di metodi non violenti.
Che tipo di risposta vi attendete dalla città?
Abbiamo raccolto segnali vari. C’è gente dubbiosa, c’è chi vuole fare qualcosa, c’è chi è confuso. La manifestazione è aperta a tutti coloro che vorranno venire e interrogarsi assieme a noi su quello che si potrà fare ancora. Sarà utile confrontarsi anche per elaborare nuove azioni, altre cose concrete, magari attraverso aiuti umanitari alle popolazioni che stanno vivendo gli effetti della guerra sulla propria pelle. Mi piace pensare che iniziative come queste possano essere considerate necessarie.
Come si svolgerà?
Si svolgerà a partire da una sediolina che ognuno potrà portare con sé per presidiare pacificamente la piazza, dove esporremo pannelli di foto, immagini, manifesti informativi su quello che sta succedendo. Chi vorrà potrà semplicemente pregare o stare in silenzio. Chi vorrà avvicinarsi anche per criticarci, sarà comunque benvenuto.