Una notizia giunge dalla Regione Sicilia e non può che destare una certa angoscia e preoccupazione. L’Asp di Palermo, grazie a un progetto finanziato dal Piano sanitario nazionale 2022 – due milioni di euro per due anni messi a disposizione del Governo regionale – ha creato un Centro di pronta accoglienza che possa fornire sostegno medico, farmacologico, terapeutico e psicologico-emotivo ai soggetti con dipendenza da sostanze.
In Provincia di Palermo l’abuso di crack per le vie della Città è sempre più allarmante. Nel corso della presentazione del progetto, anche i familiari di chi ha perso giovanissime vite a causa della potente droga, hanno messo la faccia. Come il farmacista Francesco Zavatteri che ha raccontato di quanto importante sia esserci e fare rete, portando come esempio la morte del figlio Giulio di soli 19 anni per un’overdose di crack.
Ma Palermo non è solo l’unica area dell’isola (e del Paese) a vivere la problematica dello spaccio e del consumo di crack, in aumento negli ultimi anni. Con meno di 10 euro una dose ha una durata molto estemporanea, per questo nonostante il prezzo la dipendenza porta ad un uso smodato e a un’esborso di denaro e di conseguenza molto spesso di indebitamenti.
Le città trapanesi conoscono lo stesso dramma, gli stessi figli che per un motivo o per un altro finiscono in brutti ‘giri’, rovinando la propria vita e quella di chi li circonda, arrivando a minacciare i genitori per una dose. Famiglie distrutte, alcune denunciano altre no, perchè denunciare un problema, chiedere aiuto a una struttura per un figlio, un fratello, un padre di famiglia è vergogna. Invece dovremmo agire come il farmacista palermitano che è pronto in prima linea affinchè la tragedia che lo ha colto non debba toccare altre famiglie.
Sostituiamo le parole vergogna e omertà con altruismo e impegno costante.