La sezione trapanese di Italia Nostra con una nota alla soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici, al sindaco e all’assessore per le politiche del centro storico di Trapani, ha posto in rilievo una serie di criticità nella occupazione e gestione degli spazi pubblici da parte dei privati.
Dehors, arredamenti, piante, separatori di spazi, pedane, tavoli e sedie risultano essere, secondo il direttivo di Italia Nostra, invasivi, incoerenti con il contesto, disordinati, di dubbio gusto, talvolta piazzati anche in violazione di regolamenti comunali e di norme urbanistiche. Scrive testualmente Italia Nostra che si tratta di strutture talvolta «non consoni al decoro urbano ed al contesto cittadino, nonché fastidiose alla fruizione delle pubbliche vie».
Strutture “temporanee” (tali dovrebbero essere) che impediscono «la vista degli articolati paramenti murari degli edifici storici, del paesaggio e dell’ambiente».
«Considerato che le aree sensibili del centro storico esigono grande rispetto e discrezione nell’approccio progettuale – scrive Italia Nostra nella sua nota – è il momento di abbandonare definitivamente la via dell’estemporaneità per affrontare con professionalità e qualità progettuale un ragionamento complessivo relativo a tutta la città».
Italia Nostra chiede in primo luogo, oltre alla qualità progettuale dei dehors, il rispetto del Regolamento Comunale. La sezione trapanese dell’associazione anticipa anche le probabili polemiche rispetto alla posizione critica esposta e scrive: «non intendiamo arroccarci su una posizione passatista, né tanto meno proporre anacronistici stilemi del passato, ma auspichiamo un ragionevole ed aperto atteggiamento verso il nuovo buon design, tenendo sempre conto dei semplici e lineari dettami del suddetto Regolamento Comunale».
Italia Nostra, dunque, non chiede nuove regole, ma il rispetto di quelle in vigore e l’applicazione del protocollo di intesa tra Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani e l’Amministrazione Comunale già stipulato nel 2011 che prevede “norme certe, coerenti e condivise” per la messa in opera dell’arredo urbano oltre che di eseguire controlli almeno per quelle parti di città definite “paesaggi sensibili”. La nota è stata corredata di documentazione fotografica.