Gli incendi che hanno colpito la Sicilia fino alla scorsa settimana, oltre a devastare il territorio, potranno avere conseguenze anche dal punto di vista del rischio idrogeologico, soprattutto per la tenuta dei corsi d’acqua e per il rischio di frane. Alla luce di ciò, la Regione Siciliana ha ufficialmente invitato gli enti territoriali competenti all’osservanza della direttiva, emanata dall’Autorità di bacino lo scorso anno, con le disposizioni per garantire la funzionalità di fiumi e torrenti dopo i roghi. Il rischio, infatti, è che una minore capacità di ricezione delle acque piovane, causata da ostruzioni dovute a tronchi, massi e altri materiali trascinati a valle, possa causare alle prime piogge devastanti colate di fango.
Il provvedimento indica una serie di azioni da mettere in campo, tra cui la perimetrazione delle aree interessate dagli incendi e lo sgombero dei rifiuti abbandonati a ridosso degli alvei. Inoltre, le amministrazioni dovranno individuare i tratti di viabilità ricadenti impropriamente negli alvei dei corsi d’acqua ed effettuare un’azione di vigilanza, soprattutto in caso di allerta meteo, per impedire l’utilizzo di guadi, attraversamenti abusivi, piste o varchi nei muri d’argine, anche rimuovendo tutto ciò che possa indurre a transitare. Viene anche sottolineata l’importanza della manutenzione dei canali, eliminando qualsiasi ostacolo al regolare flusso delle acque. I Comuni dovranno anche attivare le procedure di Protezione civile quando vengono pubblicati bollettini che annunciano allerte meteo.
Per quanto riguarda gli attraversamenti, la direttiva ribadisce l’importanza di garantire sempre la sezione fluviale originaria prevista dal progetto di realizzazione dell’opera, con l’obbligo per gli enti proprietari a provvedere alla loro manutenzione. Divieto per i Comuni, inoltre, all’apertura di piste in terra, piazzali, e ad effettuare risagomature dei pendii in assenza di adeguate reti di convogliamento delle acque. I siti interessati da incendi, infine, vanno bonificati e va verificata l’eventuale contaminazione di falde acquifere.
Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle torna a chiedere con forza l’istituzione di una commissione di inchiesta sugli incendi boschivi avvenuti nel corso dell’estate in Sicilia.
Nell’interrogazione, prima firmataria Cristina Ciminnisi, presentata insieme all’ordine del giorno del gruppo, la deputata trapanese pone una serie di quesiti e avanza anche l’ipotesi di una riforma del sistema della forestazione: «Vogliamo sapere – interroga Ciminnisi – quali attività prescritte nel piano di prevenzione sono state messe in atto e quali no. Vogliamo capire se la Regione ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità per prevenire i disastri che abbiamo registrato. Bisogna capire dove si è sbagliato per potervi porre rimedio. La Sicilia non può continuare a vivere nel terrore degli incendi estivi, serve una strategia e – come abbiamo ripetuto mille volte – serve anche e soprattutto una riforma della forestazione che garantisca alla nostra terra una forza lavoro presente tutto l’anno».